di Gian Battista Bozzo
Il quadro generale resta complesso, e tuttavia non manca qualche sprazzo di luce fra le nuvole grigie delleconomia italiana. Tre dati, resi noti ieri, invitano a un po dottimismo: in settembre il debito pubblico è sceso sotto lasticella dei 1.900 miliardi, ed è la prima volta che accade dal marzo scorso; le entrate tributarie dei primi otto mesi dellanno aumentano; infine, linflazione che cresce a un ritmo leggermente al di sotto delle aspettative, nonostante abbia incorporato parzialmente laumento dellIva al 21%. Dati che, nella giornata della fiducia al governo, hanno spinto al rialzo Piazza Affari (+2,5%) e hanno ridotto lo spead tra Bund e Btp a 360 punti dai 370 dellapertura.
Il calo del debito segnalato da Bankitalia, oltre dieci miliardi in meno rispetto al livello toccato in agosto, interrompe una tendenza allaumento persistente fra primavera ed estate. È un buon dato, soprattutto dal punto di vista delle aspettative dei mercati: se confermato nei prossimi mesi, significherebbe che le manovre estive sui conti pubblici stanno conseguendo risultati. Anche il fabbisogno di agosto, conferma il Tesoro, si è attestato a 6,9 miliardi, in calo di un miliardi sullo stesso mese del 2010. Il livello dello stock di debito rimane elevatissimo (1.899,5 miliardi di euro), ma bisogna considerare che gli altri Paesi europei nel corso dei quattro anni di crisi hanno visto forti aumenti del debito pubblico.
La tenuta delleconomia reale è confermata dal dato, anche questo proveniente da Bankitalia, sulle entrate tributarie. Nei primi otto mesi lErario ha incassato 250 miliardi in più del 2010 (+2,4%). Nel solo mese di agosto, le entrate sono cresciute del 6,08% rispetto allo stesso mese 2010. Nel secondo trimestre di questanno, si osserva nel bollettino di via Nazionale, leconomia italiana è cresciuta dello 0,3%, e le cose potrebbero essere peggiorate in estate. Una domanda mondiale in calo ha frenato lexport, mentre i consumi interni restano deboli. È inevitabile che Bankitalia rimarchi lurgenza di provvedimenti per la crescita.
Nonostante laumento dal 2,8% di agosto al 3% di settembre, anche landamento dellinflazione potrebbe essere meno negativo di quanto le cifre raccontino. Intanto cè un lieve calo rispetto alla stima provvisoria dallIstat (3,1%). Poi, il dato sui prezzi dellItalia è uguale al livello medio europeo, il 3% appunto. Ma, soprattutto, a metà settembre da noi cè stato laumento dellIva dal 20 al 21% e considerando che le rilevazioni sui prezzi si prendono il 25 del mese, cè stato il tempo per qualche aumento dei cartellini e per i rincari immediati di benzina e tabacchi. È possibile che unaltra parte dellincremento Iva si scarichi sul mese di ottobre. È di questo parere, per esempio, la Confcommercio. E tuttavia la Banca dItalia prevede che, dopo qualche tensione autunnale, la tendenza dei prezzi sarà in discesa: «Linflazione di fondo resta contenuta», si legge nel bollettino economico diffuso ieri, e dovrebbe ritornare sotto il 2% nel corso dellanno prossimo. Insomma, poteva andar peggio.
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