Mondo

E Maometto fa cadere le teste di due direttori di «France-Soir»

Alberto Toscano

da Parigi

Tempesta nel quotidiano francese France-Soir, che mercoledì era uscito con dodici vignette satiriche su Maometto quale gesto di solidarietà ai giornali danese e norvegese minacciati dai musulmani di tutto il mondo per avere pubblicato per primi le caricature che avevano scatenato l’ira degli islamici. L’altro ieri sera l’editore di France-Soir, l’uomo d’affari franco-egiziano Raymond Lakah, aveva licenziato in tronco il direttore Jacques Lefranc sostituendolo poche ore dopo con Eric Fauveau, il quale, ieri sera, si è clamorosamente dimesso. Fauveau, in una lettera letta ai giornalisti del quotidiano, ha scritto di non poter accettare «nella sua attuale posizione le funzioni di rappresentante delle società Montaigne Press e Presse Alliance e di direttore della pubblicazione». Ha dato le dimissioni anche da direttore generale di Presse Alliance, casa editrice di France-Soir.
Fauveau ha spiegato la propria decisione affermando di essere il «promotore di un progetto di ripresa della società Presse Alliance» e ha definito «inopportuno» il licenziamento di Lefranc.
I redattori hanno ricevuto la lettera mentre erano riuniti in assemblea, nel corso della quale avevano votato una mozione con cui «esigevano» il mantenimento nella sua posizione di Lefranc, defenestrato «in modo arbitrario» dall’editore che, sostengono i giornalisti, «non può interferire sul contenuto del quotidiano».
«Io penso - aveva dichiarato ieri Lefranc - che la decisione con cui l'editore Raymond Lakah mi ha sollevato dalle mie responsabilità al vertice di France-Soir costituisca un atto grave e inaccettabile nella forma come nella sostanza per cui mi riservo di assumere ulteriori iniziative». Ora è probabile che si vada verso una causa tra il direttore defenestrato e Lakah, che ha la cittadinanza francese ma ha mantenuto un piede in Egitto, dove i Fratelli musulmani giurano vendetta contro Francia, Danimarca e Norvegia, ossia i Paesi in cui le vignette satiriche sono uscite prima che in altri Stati.
Le autorità di Marocco e Tunisia hanno deciso di sospendere la vendita di France-Soir, considerato un «giornale blasfemo» per aver riproposto i disegni che erano usciti il 30 settembre in Danimarca e che erano stati poi ripresi dalla stampa norvegese. Il ministero degli Esteri francese sconsiglia ai connazionali di recarsi in Cisgiordania e soprattutto a Gaza, dove il movimento Hamas, recente vincitore delle elezioni palestinesi, anima una violenta protesta antioccidentale proprio a causa delle «vignette blasfeme». Gruppi armati palestinesi giurano di «farla pagare» a cittadini francesi, danesi e norvegesi.
Fanno intanto discutere le parole del ministro degli Esteri francese, Philippe Douste-Blazy, che «pur senza mettere in discussione la libertà di stampa» auspica che questa possa «esercitarsi in uno spirito di tolleranza». Si tratta di una ben curiosa confusione tra gli intolleranti veri - ossia gli estremisti islamici che promettono vendetta e che minacciano i giornali occidentali - e dei giornalisti transalpini che trattano l'Islam esattamente come le altre religioni.
Anche i giornali inizialmente tiepidi di fronte a queste polemiche prendono ormai apertamente posizione a favore della libertà di stampa.

Il quotidiano Le Monde pubblica su metà della sua prima pagina una vignetta del celebre disegnatore satirico Jean Plantu, che ritrae il volto di Maometto con strisce d'inchiostro contenenti la scritta «Io non devo disegnare Maometto».

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