E ora i Pup finiscono sotto accusa

Stefania Scarpa

Polemiche e preoccupazioni. Il giorno dopo il crollo del deposito Atac di piazza Bainsizza, il centrodestra attacca e chiede di conoscere la verità sul cantiere del Pup di via Montenero, che sarebbe il colpevole del crollo che solo per caso non ha provocato vittime. A mettere sotto accusa Campidoglio e XVII municipio è Luca Aubert, coordinatore di Forza Italia e membro della commissione Trasparenza controllo e garanzia dello stesso Municipio, che definisce «insufficienti e superficiali le risposte di Fabrizio Pancaldo, delegato del sindaco per i parcheggi e la sosta, in merito al crollo di Via Montenero» e «tardivo e inutile il ripensamento del presidente del XVII Municipio Antonella De Giusti sull’opportunità di costruire il Pup a via Oslavia». Aubert alza poi il tiro: «Il Comune - accusa - sa bene che il sottosuolo del quartiere Della Vittoria presenta delicati problemi di ordine idrogeologico. Lo hanno confermato anche illustri periti che hanno lavorato per il VII Dipartimento del Comune, i quali hanno ammesso che Prati è una zona acquitrinosa, formata da depositi alluvionali, e che, in particolare nell’area di Via Oslavia, il materiale di riporto ha uno spessore di diversi metri di natura sabbiosa. Inoltre il terreno sottostante ha una natura argillosa, essendo costituito da depositi fluvio-lacustri recenti». Insomma, «è assai pericoloso mettersi a scavare buche sotto palazzi, la cui stabilità è a grave rischio». Aubert chiede a Panecaldo di andare «a rispondere al consiglio municipale del XVII Municipio di quanto è successo e di chiarire qual è la posizione del Campidoglio, pronto a costruire altri Pup in zona, come quello sito a Lungotevere dei Mellini, di fronte ai cittadini, che vivono nell’incubo di nuovi crolli».
Anche Roberto Vernarelli, ex presidente del XVII municipio e oggi presidente del gruppo misto al consiglio municipale, ha presentato la richiesta di un consiglio straordinario sul gravissimo episodio avvenuto nella notte tra sabato e domenica a poche centinaia di metri da via Oslavia «dove un cantiere per la costruzione dell’ennesimo parcheggio sotterraneo, non voluto dai residenti e dagli stessi avversato con ricorsi, cause civili e penali da sei anni, è divenuto simbolo dell’arroganza capitolina». Vernarelli è sostenuto anche dai risultati della perizia elaborata dai professori Giovanni Calabresi, ordinario di Geotecnica, e Fabrizio Vestroni, direttore del dipartimento di Ingegneria strutturale e geotecnica dell’università La Sapienza, che hanno esaminato per conto del Campidoglio il progetto del parcheggio di via Oslavia, evidenziandone «la fragilità del terreno di natura limo-argillosa, parzialmente acquitrinoso, formato da depositi alluvionali e fluvio-lacustri geologicamente molto recenti».
E Panecaldo? È cauto e non sembra avere particolare fretta. «Abbiamo sospeso il cantiere - dice - e insediato la commissione di alta vigilanza formata da un geologo, uno strutturista e un esperto di idrogeologia. Domani (oggi, ndr) alle 11 ci sarà il primo sopralluogo. Fra 10-15 giorni contiamo di conoscere le cause del crollo e di comunicarle ai cittadini. Abbiamo chiesto anche ai vigili del fuoco di mettere a disposizione della commissione la loro competenza». Poi la stoccata al centrodestra: «Noi un’idea sulle possibili cause ce l’abbiamo, ma non vogliamo verità precostituite. Vogliamo solo sapere esattamente che cos’è accaduto quanto prima.

Credo però che si siano diffuse paure infondate. Alcuni consiglieri dell’opposizione stanno facendo un servizio contro la città, diffondendo allarmi con troppa superficialità, mentre ad altri riconosco di agire con onestà intellettuale».

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