E il presidente stringe alleanza con i cugini d’Oltremanica

Insistente ricerca del sostegno di Gordon Brown in Europa. Il premier britannico non si sottrae: «Condividiamo la stessa visione del futuro»

da Londra

«È qualcosa di più di un'avventura di una notte, faremo colazione insieme il giorno dopo». Ha risposto con una battuta ieri Nicolas Sarkozy a chi gli aveva chiesto se questa nuova affinità elettiva sbandierata con la Gran Bretagna fosse destinata a durare. Scherzi a parte il presidente francese, al secondo e ultimo giorno della sua visita ufficiale a Londra, ha ribadito la sua volontà di voltare pagina, stringendo un'alleanza più stretta e produttiva possibile con i cugini d'Oltremanica. Anche perché il sostegno del governo Brown gli servirà eccome, soprattutto in vista del suo delicato turno di presidenza nell'Unione Europea che inizierà a luglio.
Nello stile che gli è proprio l'inquilino dell'Eliseo ha sfoderato ieri tutte le sue armi da simpatico imbonitore per tirare gli inglesi, euroscettici compresi, dalla sua parte. Prima lusingandoli - «Abbiamo bisogno di avere gli inglesi all'interno dell'Europa» ha detto al mattino nel corso di un'intervista radiofonica alla Bbc - senza risparmiare poi una secca tirata d'orecchi: «Se volete pesare in Europa, dove avere tutti e due i piedi in Europa», messaggio ben chiaro per quanti restano convinti che l'Inghilterra debba rimanere un'isola. «Condividiamo la stessa visione del futuro», ha dichiarato ieri nella conferenza stampa congiunta il primo ministro britannico Gordon Brown. Il quale ha anche accennato a una collaborazione più stretta per evitare altre crisi finanziarie come quella dovuta alla stretta creditizia. Sempre ieri sono stati illustrati i dettagli di un accordo di cooperazione franco-britannica nel settore nucleare che prevede la realizzazione di nuove centrali e la vendita a Paesi terzi. La promozione del processo di pace nel Darfur e una maggiore attenzione ai diritti umani in Birmania, le nuove misure antiterrorismo (incluso il monitoraggio del canale della Manica per combattere il terrorismo nucleare), una condivisione sempre più ampia delle risorse militari, controlli rafforzati ai confini per combattere il fenomeno dell'immigrazione clandestina, sono stati poi i punti principali presenti nelle 36 pagine del comunicato congiunto presentato a vertice avvenuto.
A dodici anni di distanza dall'ultima visita di un presidente francese, i commentatori politici hanno fatto notare come quest'ultimo incontro si sia rivelato molto diverso dal summit glaciale tra Blair e Chirac. Tutto, perfino la temporanea scomparsa di Brown al banchetto della Regina («Il primo ministro si è perso...», avrebbe sussurrato Elisabetta alla principessa Anna), è stata superato con disinvoltura. Un'atmosfera così non si osservava da tempo e il merito va molto alla moglie di Sarkozy, Carla Bruni.

Con quei suoi occhi da cerbiatta e l'ottimo inglese ha trasformato per la prima volta una noiosa visita di Stato in un evento mondano. E suo marito glielo ha volentieri riconosciuto in conferenza stampa: «Ora la conoscete per quello che vale, sono orgoglioso di lei», ha detto con gli occhi lucidi.

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