E in Regione si riuniscono i «consiglieri anonimi»

Il consiglio regionale di ieri non sembrava destinato a passare alla storia. Interrogazioni, mozioni, ordini del giorno. Atti in alcuni casi persino condivisi. Bipartisan, si dice. Ma di certo, nulla che potesse spingere un cittadino a votare per Berlusconi piuttosto che per Veltroni. Eppure, per legge, va tutto ulteriormente annacquato in nome della par condicio. Il comunicato dell’ufficio stampa del consiglio è costretto ad avvertire: «In attuazione delle norme sulla comunicazione istituzionale durante le campagne elettorali, il comunicato di oggi è redatto in forma impersonale». Che significa? Che nel testo si legge come un’iniziativa sia «dei consiglieri di Forza Italia», oppure «un’interrogazione di Unione a sinistra», e ancora «l’assessore ha risposto». Nomi? Guai. Solo i partiti.

Come se tra sei settimane si potesse votare il nome del candidato, anziché il partito. Sapere che i ragazzi di una scuola media sono stati incontrati dal presidente dell’assemblea legislativa (senza che nessuno sappia che è Mino Ronzitti) garantisce un voto veramente libero.

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