da Roma
Sandra Savaglio, lei è il «cervello in fuga» per eccellenza. Perché una scienziata italiana in esilio rifiuta la candidatura nel Pd?
«Come ho spiegato a Ivan Scalfarotto, che mi ha invitato a pensarci, in questo momento non credo che la politica italiana offra un ambiente decente. Pensiamo alle sputacchiate in Parlamento. Ancora di meno se uno si deve candidare per la Calabria. Molti amici calabresi mi hanno consigliato di lasciar perdere. Se Veltroni dovesse vincere, sarei contenta se mantenesse metà delle promesse che sta seminando in giro».
Dica la verità, preferisce un centro di ricerca tedesco al Parlamento italiano, dove finirebbe a schiacciare un bottone...
«Io voglio continuare a rimanere nel mondo della ricerca. Se serve una consulenza in questo campo, sono disposta a dedicare il mio tempo, la mia energia e la mia esperienza».
Che è diverso rispetto a fare il parlamentare
«La scienza rimane il mio elemento naturale. È un lavoro difficile. Riuscire a fare la differenza al giorno doggi richiede anni di duro lavoro. Invece in politica in Italia cè tanto da fare, quindi il successo è garantito. Ma è comunque una vita frustrante, per chi lo vuole fare sul serio».
Come è lItalia vista da una scienziata che lavora allestero e che è finita anche sulla copertina del Time?
«Penso che in Italia ci voglia rispetto del prossimo, delle regole e dellambiente. Molto elementari come concetti. La gran parte dei politici però è anni luce lontana e a pagarne le spese sono le persone comuni».
Di che si occupa allistituto Max Planck di Monaco?
«Studio le esplosioni più energetiche delluniverso, dopo il Big bang, i cosiddetti lampi gamma. Tramite questi eventi riusciamo a vedere i lati più oscuri delluniverso, fino a distanze prossime al Big bang. Come i lampi che illuminano il bosco durante un temporale».
Pensa che la politica italiana tratti gli scienziati o quelli che si fanno strada con le proprie forze come figli di un dio minore?
«La ricerca non è una delle priorità di questo o altri governi. È abbandonata a se stessa ed è politicizzata, da una parte e dallaltra».
Lo sa che rifiutando la candidatura ha rinunciato a un mestiere ben retribuito e sicuramente meno faticoso rispetto al suo?
«Candidarsi non corrisponde allessere eletti...
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