E il sindaco scrive alla Canalis: "Non traslocate, vi scrivo un film"

Clooney vende le ville sul lago? Solo voci. Ma il primo cittadino di Laglio teme già il tracollo economico. E lancia un’idea. Felliniana

E il sindaco scrive alla Canalis: 
"Non traslocate, vi scrivo un film"

Como - Su quel ramo del lago di Clooney, che volge a mezzogiorno, c’è chi ha la luna di traverso, laddove i Canalis lascian l’acqua distendersi e rallentarsi in nuovi golfi e in nuovi seni. Qualcuno va dicendo in giro che George vuole andare via da Laglio e si sa come vanno queste cose, la storia, come tutte le storie, si costruisce su false verità e vere bugie. È stanco di curiosi, si è innamorato di un altro posto, ha bisogno di spazi più grandi, Porto Recanati, il lago di Garda, se non addirittura l’isola di Loreto, accanto a Montisola, sul lago d’Iseo. Lo farebbe per una donna, la sua regina Elisabetta, perché adesso è lei la sua terra ferma, è lei il primo dei suoi interessi. «È una bugia bella e buona - dice invece la Canalis che con quella bocca può dire ciò che vuole - A Laglio stiamo benissimo, ma c’è chi specula per farsi pubblicità gratuita e far salire le quotazioni immobiliari del posto». Non angoli di sole dove andare a vivere, ma la gelida amministrazione dell’interesse, non solo per chi va ma anche per chi resta perché lo spettro del cambiamento turba i sonni di chi si gode una rendita di posizione, perché per Laglio e dintorni George è proprio questo un moltiplicatore di ricchezze a costo zero, la nuova vetrina dell’economia del posto. Il mensile «Mag», che esce oggi allegato alla «Provincia di Como», fa giusto i conti in tasca alla situazione immobiliare della zona di due epoche differenti, Avanti e Dopo George, partendo dall’incremento del valore degli immobili suoi, 12 milioni di euro di investimento diventati 30 otto anni dopo, se non addirittura 60 per certi fanatici appassionati, per arrivare a quello dei suoi vicini di casa. Senza più Clooney Laglio perderebbe anche molto del suo glamour turistico e dell’indotto economico, la passerella dei divi, Brad Pitt e Angelina Jolie, Tom Cruise e Robert De Niro, David e Victoria Beckham, il sogno possibile di trasformare quel ramo del lago in una Hollywood in formato mignon, se non la fine di quel Lario romantico costruito su misura per lui da quattro comuni Moltrasio, Carate Urio, Brienno e Villa Clooney. Anche se a dire il vero ci sarebbero più russi che americani a godersi la meraviglia del posto, Igor Kogan, uno dei banchieri di Putin, che ha acquistato proprio a Laglio, sul promontorio di Torriggia, le ville Punta e Melograno, il petroliere e vice ministro dell’energia del Kazakhstan, Nurlan Kapparov che ha villa a Griante, sempre sulla sponda occidentale, o Arkadij Novikov, proprietario di una catena di fast food, che nel 2008 ha sborsato 35 milioni per villa Fontanelle di Moltrasio, la ex dimora di Gianni Versace. Affittare una villa qui, così per farsi un’idea, costa tra i trenta e i cinquantamila euro alla settimana, la Cassinella di Lenno, c’è chi giura, ne costa addirittura 120mila euro alla settimana, 17mila euro al giorno. Capite dunque il perché dell’affetto sincero che hanno tutti per Clooney.

Ma la popolarità di George ha dato luce anche a facce, a vite che prima erano in ombra, tipo quella del sindaco di Laglio Roberto Pozzi che nel suo piccolo è anche lui un indotto. L’anno scorso parlavano tutti di lui, neanche fosse una pop star qualunque, perché per proteggere George dall’assalto di fan, pettegoli, giornalisti, paparazzi e cameramen, che non sono benedetti turisti ma maledetti scocciatori, emanò il cosiddetto «Divieto di assembramento nell’area adiacente Villa Oleandra e Villa Margherita». Praticamente un coprifuoco: bastava una coppietta lì davanti e scattava la multa.
Pozzi, un anno dopo, è ancora più preoccupato. Per questo ha scritto una lettera a Elisabetta: non andatevene di qui, non lasciateci soli, anzi vi do io una buona ragione per restare. Un bel film. Soggetto e sceneggiatura del Pozzi medesimo: in una casa a fianco di Villa Oleandra, la sua proposta, viveva una famiglia ebrea messa in salvo da un fornaio eletto poi «Giusto fra le Nazioni», dopo una fuga rocambolesca: «Una sceneggiatura bell’e pronta per George, un set che ben conosce... Forse un motivo in più per rimanere». Titolo, ma per l’idea del sindaco, «Confessioni di una mente pericolosa».

Pensare che quando arrivò qui quasi gli saltavano addosso per colpa di una spiaggetta mezza malconcia e abbandonata che Clooney voleva acquistare, primo fra tutti il Pozzi, allora consigliere di minoranza, che l’accusò di voler far passare un’operazione commerciale per un gesto di generosità. Clooney comunque resterà. Giusto o sbagliato questo è il suo paese.

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