E su Raiuno debuttano i banditi sardi

Western di casa nostra. Non solo grazie al paesaggio, aspro e barbarico, «dove la legge latita, e nella natura ostile gli uomini devono farsi giustizia da sé». Ma proprio per la prospettiva storica. «La Sardegna è come il Texas - sintetizza Agostino Saccà -. Che differenza c'è, infatti, tra le violenze compiute dai soldati blu contro gl’indiani d’America, e i misfatti perpetrati dagli italiani contro i sardi, tra fine ’800 e inizi del ’900?». Altro che banditismo, taglia corto il direttore di Raifiction: «Quello dei banditi fu, semmai, indipendentismo. Una guerra di resistenza d’una nazione, la Sardegna, contro la conquista d’uno Stato, il Regno d’Italia». Bastano dichiarazioni come questa per segnalare l’originalità di L’ultima frontiera: miniserie di Raiuno che, in onda domenica e lunedì, non solo esplora un territorio vergine dal punto di vista televisivo (è da Canne al vento del ’58, che la Rai non raccontava l’Ottocento sardo); ma soprattutto lo fa con taglio inusuale. «La vicenda, ispirata all’autobiografia del bandito isolano Giovanni Tolu - spiega Franco Bernini (autore del soggetto e regista) - narra d’un tenente piemontese che spedito sull’isola per punizione, impara a scoprirne la selvaggia bellezza, innamorandosi della sorella d’un feroce bandito». Un idillio impossibile metafora dell’impossibile rapporto fra Continente e Isola. «Un prodotto che quindi può contribuire a far luce su verità rimosse nella storia dell'unità d'Italia», insiste Saccà. Il tutto nella chiave, visivamente e psicologicamente verosimile, d’un western isolano.

«Con una Sardegna aspra e arcaica che è l’“ultima frontiera” tra due mondi troppo distanti». Affidata a Fabrizio Gifuni (Gabriele, l'ufficiale) e Nicole Grimaudo (Francesca, la sorella del bandito) la miniserie è stato girata in Sardegna, «perché vera protagonista ne è proprio la natura».\

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