E Veltroni «butta a fiume» i pittori di piazza Navona

Per ora sono state trasferite 15 postazioni

Meno pittori a piazza Navona. Lo ha stabilito una delibera approvata alla vigilia di Capodanno dalla giunta comunale. Ma fra gli artisti, che da anni sono ormai parte integrante del luogo, già serpeggia un certo malumore per quel provvedimento non ancora definitivo. Mancano, infatti, i pareri del I e del XVII municipio, parti in causa del provvedimento. La delibera infatti, prevede non solo di ridurre a 44 le postazioni degli artisti che divideranno in due la piazza, con la fontana dei Fiumi a fare da divisorio e saranno disposte su due file. Ma anche di collocare 12 postazioni nella piazza di Trinità dei Monti e altre 15 sul ponte di Castel Sant’Angelo. Molti pittori sono contrari sia alla riduzione del numero (la loro proposta era di mantenere le attuali 52 postazioni) sia a un eventuale spostamento in una zona diversa da piazza Navona. «In quel luogo - spiega Hakim Kabbara, caricaturista che lavora a piazza Navona da 30 anni - 52 pittori di fatto non ci sono mai. Facciamo sempre dei turni. Chi arriva alla mattina presto, il pomeriggio lascia la propria postazione che viene presa da chi incomincia a lavorare solo nella seconda parte della giornata». Per Kabbara il Comune non dovrebbe tanto preoccuparsi del numero degli artisti, quanto di considerare che molti dei presenti sulla piazza fanno un doppio lavoro. «C’è anche chi lavora in Comune - puntualizza Kabbara - e che quindi prende già uno stipendio. Perché non avvantaggiare chi vive esclusivamente facendo caricature o dipinti?». Anche per Nicola Asiano, ritrattista, le attuali 52 postazioni devono rimanere. «Lo spazio c’è, la piazza è grande - puntualizza -. L’importante è che siano tutti artisti veri, non commercianti». Ma la delibera approvata dalla giunta non parla dei criteri e delle modalità di assegnazione dei singoli posti, che saranno definiti in un provvedimento successivo. «Ma noi già sappiamo che chi ha conseguito un diploma all’accademia delle Belle Arti non avrà punti in più necessari per scalare la graduatoria - specifica Kabbara -. Al Comune, evidentemente, non interessano i titoli di studio». Ma il provvedimento sottoposto al parere dei municipi non dice nulla al riguardo. Definisce, invece, l’altezza dei cavalletti (al massimo un metro e mezzo) e le misure degli arredi, che dovranno essere uguali per tutti, stabilisce che ogni postazione dovrà essere fissa, in un punto prestabilito contrassegnato da un segno distintivo per facilitare anche il controllo dei vigili. E parla di nuove postazioni anche sul ponte di Castel Sant’Angelo. Soluzione che non solo non piace a molti pittori («Che vada il sindaco a verificare come si lavora sul Tevere, con l’umidità che penetra nelle ossa», dichiara Enrico Sabia, ritrattista che a piazza Navona lavora da 32 anni), ma a cui è contraria anche l’opposizione. «Ci risiamo - dice Luca Aubert, coordinatore di Forza Italia del XVII Municipio -.

Ancora una proposta da parte del Campidoglio da sottoporre al Municipio XVII per fare di Ponte Sant’Angelo un’esposizione duratura di pittori che avrebbe la conseguenza di vedere altri marciapiedi intasati di cavalletti, tavolini e altro, né più né meno di quello che fanno gli abusivi, con l’aggravante che si tratta di un sito tra i più famosi e pittoreschi di Roma». Per Aubert altre sono le priorità della zona, come quella di «effettuare maggiori controllo per combattere l’abusivismo che deturpa la bellezza di quel luogo».

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