Sparò a due rapinatori che volevano razziare la sua gioielleria di Testaccio. E ora la giustizia gli presenta il conto. Per il pm Erminio Amelio la reazione di Massimo Mastrolorenzi, che il 9 maggio del 2003 uccise Giampaolo Giampaoli e Roberto Marai allinterno del suo negozio in via Aldo Manuzio, fu esagerata. Il suo fu eccesso colposo di legittima difesa e non merita nessuna attenuante: otto anni di reclusione la richiesta dellaccusa al Tribunale, che si dovrebbe pronunciare il prossimo 5 gennaio.
Fece fuoco per difendersi durante un colpo, ha sempre sostenuto il gioielliere. Anche se la madre di Giampaoli, presente in aula, ribadisce che il figlio non era un ladro e che non si trattò di una rapina. Il racconto di Mastrolorenzi non ha mai convinto del tutto il magistrato, che ieri in aula ha espresso le sue perplessità: «La ricostruzione della vicenda si basa esclusivamente sul racconto dellunico testimone oculare». Mastrolorenzi, appunto. Fu lui a spiegare ai carabinieri di essere stato minacciato dai due, che volevano ripulirgli la gioielleria, e di essere stato legato e rinchiuso nel retrobottega. Dopo essersi riuscito a liberare il gioielliere avrebbe impugnato larma che teneva nascosta nella cinta dei pantaloni e avrebbe gridato ai malviventi di andarsene. Mastrolorenzi fece mettere a verbale di aver sparato soltanto dopo aver visto Marai alzare la maglia e impugnare una pistola che poi si rivelò unarma giocattolo, anche se fu Giampaoli ad essere colpito per primo. «Una versione per nulla convincente e piena di lacune - insiste il pm Amelio - pur prendendo per buona la tesi della rapina. Troppe incongruenze e anomalie caratterizzano questo racconto. la realtà è che due persone sono state uccise mentre erano di spalle e che, ammesso che si trattasse di rapina, la reazione del gioielliere, fulminea e repentina, è stata assolutamente sproporzionata rispetto alloffesa ricevuta. Un cittadino non può sostituirsi allo Stato e farsi giustizia da solo». Tra gli aspetti poco chiari anche il fatto che Giampalo e Marai fossero a volto scoperto, benché questultimo fosse del quartiere, e che siano stati colpiti uno alle spalle e laltro mentre si stava girando. Per questa vicenda Mastrolorenzi era stato prosciolto dal gup Giorgio Maria Rossi, poi la Corte dappello annullò quella decisione e rinviò gli atti alla Procura.
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