nostro inviato a Salerno
Ecco le carte esplosive che il Quirinale sta chiedendo ai magistrati in guerra fra Catanzaro e Salerno. Ben 1.422 pagine con accuse, veleni, ripicche, vendette, insinuazioni «istituzionali» che irrobustiscono il decreto di perquisizione emesso dai pm campani contro i colleghi calabresi. Ce nè per tutti. Per Prodi e Mastella. Per ministri ed ex ministri, politici di destra, di centro e di sinistra. Per i membri del Csm, per gli ispettori ministeriali, per i colleghi dufficio e di Cassazione. Per carabinieri, polizia, guardia di finanza. Per imprenditori e alti prelati. Per limmancabile massoneria deviata e personaggi dei servizi segreti. Un verminaio senza fine, dove il ruolo di primo piano lo ricopre il pm Luigi De Magistris, a cui sono state tolte le contestate inchieste Why Not, Poseidone, Toghe Lucane. Nei suoi verbali di interrogatorio alla procura di Salerno (che pubblichiamo sotto) De Magistris dà la sua versione dei fatti sui procedimenti che avevano portato alliscrizione sul registro degli indagati di Prodi e Mastella. E dice che se vi fosse stato Berlusconi, anziché Prodi, a Palazzo Chigi, sarebbe successo il finimondo per liniziativa del ministero della Giustizia finalizzata ad azzerare gli sviluppi dellinchiesta. De Magistris tira in ballo anche il capo dello Stato. Il 9 ottobre parla di Giorgio Napolitano e di un suo incontro con il vicepresidente del Csm, Nicola Mancino (il cui nome spuntava dalle indagini sul crincipale indagato dellinchiesta Why Not, Antonio Saladino) che sera già espresso criticamente su De Magistris. «Nel periodo in cui è cominciata, consolidandosi, lattività della Procura generale della Cassazione ai miei danni - anche attraverso la costruzione di un processo disciplinare dai tempi tanto celeri, quanto altamente sospetti - la stampa diede anche conto di un incontro» tra i due.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.