Roma - Tagliato "su misura" per Alitalia, ma con una valenza generale per il salvataggio di tutte le grandi imprese in crisi (ed in particolare per le aziende dei servizi pubblici essenziali, per garantirne la continuità), il decreto del governo che ha spianato la strada al piano di salvataggio per la compagnia di bandiera ha superato oggi l’esame dell’Aula del Senato e passa alla Camera.
Il testo è parte di un pacchetto di norme varato dal governo il 28 agosto: il decreto legge per varare una procedura che fosse immediatamente operativa e un disegno di legge che traccia le linee della riforma complessiva dell’amministrazione straordinaria. Sulla base delle procedure previste dal decreto, Alitalia ha dichiarato lo stato di insolvenza ed è stata affidata alla gestione di un commissario straordinario, Augusto Fantozzi.
LA CESSIONE DI ASSET
Il commissario straordinario può
decidere immediatamente la "cessione di complessi aziendali" e "individua l’acquirente a trattativa privata" tra candidati
che garantiscano, tra l’altro, la continuità del servizio e la
rapidità dell’intervento. Il prezzo di cessione non deve essere
inferiore ai valori di mercato indicati da un advisor.
DEROGHE ANTITRUST
L’operazione che farà rinascere Alitalia
in una nuova compagnia, la Cai, secondo quanto previsto dal "Piano fenice", risponderà a "preminenti interessi
generali" e sarà così esclusa "dalla necessità di una
autorizzazione" Antitrust. Su eventuali monopoli (è il caso
della concentrazione sulla rotta Linate-Fiumicino, vicina al
100% per la prevista integrazione di Air One nella nuova
compagnia), l’Autorità può intervenire solo dopo il 30 giugno
2009. Il Senato ha infatti limitato a questa data la deroga per
l’Antitrust che inizialmente era di tre anni. Può invece
intervenire subito per eventuali abusi di posizione dominante o
in difesa dei consumatori (sui prezzi, per esempio). I limiti
temporali posti all’applicabilità della norma ne fanno, di
fatto, una eccezione per il solo caso Alitalia.
AMMORTIZZATORI SOCIALI
Il decreto concede misure di sostegno
agli esuberi per sette anni: porta a 48 mesi il periodo massimo
di cassa integrazione ed a 36 mesi quello di mobilità, e
stanzia le necessarie risorse. Un emendamento del Senato,
inoltre, dà la possibilità ai lavoratori Alitalia in cassa
integrazione di usufruirne anche nel caso che, assunti con
contratto a tempo indeterminato da un’ altra parte, vengano
licenziati e si ritrovino disoccupati. A condizione che questo
avvenga nell’ arco del quadriennio previsto per l’utilizzo della
cassa integrazione per i dipendenti della compagnia aera.
SALVA PRECARI
Il Senato ha introdotto una norma che prevede
la possibilità per la nuova Alitalia o per le società che
rileveranno gli asset della compagnia, di assumere lavoratori a
tempo determinato pur avendo del personale in cassa
integrazione. L’ obiettivo è quello di consentire alla nuova
società di recuperare i precari in carico alla vecchia
Alitalia.
PICCOLI RISPARMIATORI
Il decreto prevede indennizzi per i
piccoli azionisti e gli obbligazionisti ricorrendo al fondo
stanziato dalla finanziaria 2006 per far fronte alle frodi
finanziarie con i fondi dei conti dormienti. Un emendamento
approvato dal Senato prevede nuove fonti di finanziamento per il
Fondo speciale, istituito dal governo Prodi con la Finanziaria
2006 alimentato dai conti "dormienti" ma anche dagli assegni
circolari non riscossi entro il termine di prescrizione, dagli
importi dovuti ai beneficiari di contratti (assicurazione sulla
vita, sul matrimonio, sulla natalità, sulla malattia) che non
sono reclamati entro il termine di prescrizione, dagli importi
dovuti ai beneficiari di Buoni fruttiferi Postali.
SCUDO PER GLI AMMINISTRATORI
È prevista, in modo specifico
per Alitalia, l’esclusione della "responsabilità
amministrativa-contabile" personale per "atti e provvedimenti
che siano stati posti in essere dal 18 luglio 2007" da
amministratori, collegio dei sindaci e dirigenti preposti al
bilancio. Un emendamento ha introdotto limitazioni alle
disposizioni penali della legge fallimentare per la fase di
amministrazione straordinaria, dopo la dichiarazione di
insolvenza, che cadono nel caso in cui si arrivi comunque al
fallimento e non coprono l’ipotesi di falsa documentazione per
l’ammissione alla procedura.
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