Daniela Fedi
da Parigi
«Le donne devono corazzarsi», dice John Galliano e alle signore che possono permettersi i lussi sibaritici dellalta moda di Dior propone una collezione fantasmagorica con elmi medioevali, gonne ispirate dallarte topiaria dei giardini rinascimentali allitaliana e tanti modelli-armatura che vanno dal tailleur allabito da sera passando per pantaloni, cappotti, pellicce o bracciali. «A me le donne piacciono toste, con molto carattere e la capacità di arrendersi al momento giusto», sostiene Armani che a questa particolare tipologia femminile ha dedicato lintera vita oltre alla bellissima collezione Privé presentata ieri a Parigi.
In poche parole si può dire che i due stilisti hanno proposto facce della stessa medaglia: lo spirito guerriero che alberga in ogni donna. Armani ha lavorato anche sullinvincibile fragilità di questa divina creatura che il prossimo inverno indosserà cappelli a forma di libellula, abiti da sera tagliati come sontuose campanule dei prati e tante gonne-petalo sotto alle giacche leggere ma precise allaltezza delle spalle quanto le ali di una farfalla. Truccate divinamente con un nuovo mascara rosso e pieno di paillettes che trasformava le ciglia in luccicanti frammenti di coccinelle e avvolte in sapienti volute di tessuti maschili e persino pelli di pitone interamente plissettate, le 40 modelle scelte da «re Giorgio» facevano pensare ad altrettanti fiori dotati però di unanima dacciaio. Del resto lui non spreca il suo prezioso tempo ad occuparsi di femminucce svenevoli e con la stampa «spara» un tris dassi nel panorama politico italiano (per la cronaca Letizia Moratti, Stefania Prestigiacomo e Giovanna Melandri) per poi «calare» con la sicurezza del grande giocatore un vero poker quando dice: «Sono entusiasta della notizia di Sophia Loren nuda sul calendario Pirelli, è sempre stupenda, lultima diva». Non la pensa così Claudia Cardinale e forse ha ragione perché a furia dinseguire leterna giovinezza si corre il rischio di finire come Cher: una magnifica statua di cera in prima fila nei vari parterre parigini. John Galliano è invece partito dalla visione a tarda notte di un vecchio film francese, Lamore e il diavolo girato da Marcel Carné nel 1943. Considerata dai cinefili poco più che una schifezza, questa pellicola ha come minimo limmenso pregio di aver scatenato la sconfinata immaginazione del geniale direttore creativo di Dior. Che è partito dal tardo medioevo (epoca in cui i due menestrelli inviati dal demonio di Carné avevano il loro bel daffare) e si è affacciato sul grande respiro del Rinascimento (da Botticelli a Van Eyck passando per Antonello da Messina, i Prigioni di Michelangelo e le statue guerresche del Giambologna) per approdare ai giorni nostri in quella terra di nessuno presidiata tanto dallestetica rock, quanto dallo stile punk.
Dire surrealismo è poco (tanto per dare unidea lo stilista si è presentato in passerella vestito da astronauta) ma raramente sè vista una sfilata dalta moda altrettanto emozionante.
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