Ecco l’ennesima follia in casa Pd: il candidato boicottato dal partito

RomaLe primarie sono uguali per tutti, ma per qualcuno sono meno uguali che per altri. Così succede che a Segni, cittadina laziale ricca di storia che vanta come fondatore il settimo re di Roma, Tarquinio il Superbo, il candidato sindaco Pd scelto dalle primarie venga osteggiato dal suo stesso partito. E succede che il segretario regionale del Pd, Roberto Morassut, vada a fare campagna elettorale per il concorrente del candidato del Pd.
Segni è una roccaforte del centrosinistra, che la governa da lustri. Era del Pd il sindaco uscente, Renato Cacciotti. E sarà del Pd, probabilmente, anche quello che verrà eletto il 7 giugno prossimo. Già, ma di quale Pd? Le primarie del 5 aprile infatti hanno aperto una faida sanguinosa nel partito di maggioranza locale. È accaduto infatti che nel direttivo cittadino del Pd non si riuscisse a trovare l’accordo sul nome del candidato. E così, statuto alla mano, si sono indette le primarie. Si sono candidati in due: il favorito, il vicesindaco Piero Cascioli appoggiato dall’apparato locale, e un outsider, il trentottenne Cesare Rinaldi, ingegnere e insegnante nelle scuole superiori di Segni. Rinaldi è entrato a far parte del direttivo Pd un anno fa, candidandosi e risultando primo degli eletti. E nell’aprile scorso ha deciso di concorrere anche alle primarie.
Nessuno gli dava due lire. E invece, a sorpresa, ha vinto lui, battendo di 60 voti l’avversario vicesindaco. È finita 691 a 644, con un livello di partecipazione notevole: 1.300 elettori su 6.000 che ne conta Segni. La commissione di garanzia che vigilava sullo svolgimento del voto non ha potuto sollevare alcun dubbio: tutto regolare. Il segretario romano del Pd, Riccardo Milana, e quello provinciale Carlo Lucherini hanno dovuto, volenti o nolenti, ufficializzare la candidatura di Rinaldi.
Ma di lì a poco è scoppiata la bufera. I fedeli del sindaco e del suo vice, successore designato, si sono dimessi dal direttivo del Pd. Hanno fondato una nuova lista, «Centrosinistra per Segni», e scelto un nuovo candidato sindaco, Luigi Vari. E ieri Roberto Morassut, segretario del Pd del Lazio e parlamentare molto vicino all’ex segretario Walter Veltroni, si è recato a Segni a sostenere la lista dei fuoriusciti dal Pd, sconfessando apertamente il candidato sindaco scelto nelle primarie.
Rinaldi racconta come sia partita, subito dopo le primarie, una campagna di delegittimazione nei suoi confronti. Nonostante la vittoria alle primarie, gli è stato impedito l’utilizzo del simbolo Pd: nessuno gliel’ha ufficialmente negato, ma le sue richieste di autorizzazione al partito provinciale sono restate senza risposta. Il sindaco uscente ha chiesto di annullare il risultato: «Vanno invalidate perché non possiamo consentire al centrodestra di scegliere il candidato del centrosinistra», ha dichiarato ai giornali locali Cacciotti. Rinaldi denuncia: «Hanno fatto trapelare notizie secondo le quali il voto per me è stato pilotato e inquinato dal Pdl locale, che avrebbe mandato i suoi alle primarie. Peccato che, quando ho chiesto di limitare la partecipazione alle primarie ai soli iscritti del Pd, in modo da evitare qualsiasi inquinamento, siano stati loro a rispondermi che non se ne parlava e che il voto doveva essere aperto a tutti.

Io di certo non ho organizzato trappole con il Pdl: sono entrato nel Pd proprio perché mi sembrava un partito aperto al rinnovamento e alla partecipazione diretta dei cittadini». Salvo quando i cittadini sbagliano candidato.

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