Presidente Marcello Pera, neoeletto senatore del PdL nel Lazio, come finirà la sfida tra Alemanno e Rutelli?
«Io credo nella vittoria di Alemanno. Lo credo per la palese debolezza della candidatura di Rutelli ma soprattutto perché Alemanno rappresenta un fatto di vera novità e discontinuità rispetto alle giunte buoniste e permissiviste del centrosinistra. Roma ha bisogno di un uomo che ha altri progetti, altre priorità e soprattutto un altro modello di città».
Il modello di Rutelli per la verità non si è capito bene.
«Il modello è Roma città aperta. Ovviamente aperta proprio a tutti: non solo agli immigrati regolari che vogliono integrarsi e lavorare onestamente - il che è più che giusto - ma aperta anche ai clandestini, ai professionisti dellaccattonaggio, agli sbandati. Tutto questo porta alle favelas in riva al Tevere, ai suk del centro storico e in generale agli alti tassi di criminalità ormai raggiunti dalla Capitale».
Nel ballottaggio saranno decisivi gli elettori che al primo turno hanno scelto altri candidati.
«Sono convinto che gli elettori de La Destra e dell'Udc voteranno per Alemanno».
Il popolo della sinistra radicale che farà?
«Da qui arriverà la sorpresa. Quelli della sinistra radicale sono stati politicamente annientati dal Pd e credo che nella cabina elettorale se ne ricorderanno».
Come voteranno i cattolici romani?
«I cattolici sono come tutti gli altri, voteranno liberamente come è giusto che sia. Mi limito a rilevare che il Pdl ha come riferimento i valori del Partito Popolare Europeo: la sacralità della vita, la dignità della persona, la libertà, la responsabilità individuale.
Anche Rutelli insegue i cattolici...
«È vero, ma è in cattiva compagnia. Nella sua coalizione e nel suo stesso partito ci sono tanti laicisti che hanno gioito per il mancato discorso del Papa alla Sapienza».
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