da Roma
Alla base di tutto c’è la convinzione che in tempi di crisi il rigore nei conti non basti e che servano anche misure per difendere il tenore di vita delle famiglie. Una strategia che punta su tutti i canali disponibili: i redditi, le imposte, i prezzi. Ed è ritagliata su misura per il portafoglio della classe media. Il Consiglio dei ministri di mercoledì rappresenterà la seconda tappa di questa strategia. Archiviata la prima ondata di provvedimenti adottati nella assise napoletana del governo Berlusconi, della quale fanno parte l’abolizione dell’Ici, il taglio delle imposte sugli straordinari e l’accordo con le banche sui mutui, ora il governo si concentrerà sulle pensioni, sui consumi e sui figli.
Divieto di cumulo. È ormai certo che verrà abolito del tutto il divieto di cumulo tra redditi da pensione e quelli da lavoro. Questo significa che non ci sarà nessun taglio agli assegni dei pensionati che decidono di continuare a lavorare. Un modo per non penalizzare chi arrotonda la rendita di anzianità.
Meno ai petrolieri più alla massaia. Tutta da definire la parte redistributiva della Robin Hood tax del ministro Giulio Tremonti. Sicuro il colpo ai guadagni extra realizzati dalle compagnie petrolifere, da definire la «compensazione» a favore dei consumatori colpiti dal caro greggio. Allo studio ci sono misure per ridurre le materie prime che più incidono sulla spesa delle famiglie come i carburanti, sui quali potrebbero essere ridotte le accise, ma anche i generi alimentari, sui quali potrebbe essere ridotta l’Iva. Cosa stabilirà il Consiglio dei ministri è ancora tutto da decidere. Alla fine l’alleggerimento delle accise potrebbe essere limitata alle categorie in crisi, autotrasporto e pesca in particolare.
Bonus bebè. La misura preferita da Silvio Berlusconi e che ieri è stata al centro di un siparietto tra il premier e un neopapà. Il bonus? «Vorrei che partisse al più presto possibile», ha confidato il presidente del Consiglio che ha anche dato rassicurazioni al genitore preoccupato: «Se non te lo darà lo Stato te lo darò io». Il provvedimento è in realtà ancora allo studio del Tesoro. L’ipotesi è quella di 1.000 euro per ogni nuovo nato a partire dal 2009.
Prezzi sotto la lente. È di questi giorni la notizia che gli aumenti più consistenti del 2008 sono stati quelli dei generi alimentari, pane e pasta in primo luogo. Su questo il governo non può intervenire direttamente, ma il ministro allo Sviluppo Economico Claudio Scajola ha annunciato che «si agirà su liberalizzazioni, semplificazioni delle parti burocratiche e sulla sorveglianza dei prezzi».
Incentivi per l’energia. Non per tutti, ma la produzione di energia sarà favorita anche da «premi» concessi dal governo e che faranno parte del pacchetto di misure di mercoledì. Quelli per le energie rinnovabili, anche se - ha precisato Scajola - «la priorità è l’energia nucleare». I benefici saranno generali, visto che in Italia ci sono le bollette più salate.
Ici abolita. Cosa e quanto entrerà nel portafoglio dei cittadini con il prossimo Consiglio dei ministri, quindi, è ancora da definire. Rimangono le misure già approvate al terzo Consiglio dei ministri, quello di Napoli. Ad esempio l’abolizione dell’imposta comunale sulla prima casa. Il governo ha eliminato l’Ici dalle prime abitazioni, con l’esclusione di quelle di lusso come ville e castelli.
Rata ferma al 2006. Sempre nella città partenopea, il governo ha annunciato un accordo con l’Abi, l’associazione delle banche, per dare la possibilità a chi ha sottoscritto mutui a tasso variabile, di rinegoziarli. Con l’obiettivo di lasciare invariata la rata mensile al livello del 2006, senza costi aggiuntivi per i consumatori.
Straordinari detassati. Della prima ondata di provvedimenti fa anche parte la misura sulle buste paga che entrerà in vigore il prossimo mese. Consiste in una tassazione secca del 10 per cento applicata agli straordinari e ai premi aziendali ai quali fino ad oggi è stata applicata la tassazione progressiva. Il governo ha introdotto un limite di reddito: 30mila euro all’anno e anche un massimale alla cifra da detassata: 3.000 euro.
Poi ci sono le proposte futuribili. Quelle che potrebbero entrare nella Finanziaria 2009 e che già da qualche settimana stanno arrivando copiose al ministero dell’Economia. Oppure entro la legislatura. Ci sono, ad esempio, forti pressioni per il quoziente familiare.
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