Ecco il piumino nelle pieghe del giorno dei debuttanti

Raf Simmons, Cristina Ortiz e Alessandra Facchinetti: eleganza e idee per Jil Sander, Brioni e Moncler

Paola Bulbarelli

da Milano

I debutti, nella maggior parte dei casi, sono sempre vincenti. Forse si guardano e si giudicano con aria benevola, con una predisposizione d’animo votata al positivo. Ma non ne avevano bisogno i debutti modaioli di ieri addirittura tre, e tutti al di sopra di qualsiasi aspettativa. E in tre, non pochi nello stesso giorno, hanno confermato la regola e, in un attimo, hanno catalizzato l’attenzione per la creatività e le idee. Raf Simmons stilista per la prima volta di Jil Sander, è pure, per la prima volta, alle prese con la moda femminile. Lui, uno dei più importanti creatori della moda maschile, ha applicato le stesse tecniche: tagli impeccabili, linee essenziali, capi disegnati con la massima cura e, perché no, amore. Ne esce una sartorialità classica con cappotti e giacche dai volumi ampi e abbondanti, pantaloni a sigaretta più alti in vita che mostrano una silhouette netta, vestiti, di un’eleganza sopraffina, arricchiti di micro pieghe fermate nei punti strategici. Immancabile la camicia bianca, capo-icona della maison portata con il blu-navy e il nero.
Fa il percorso inverso Cristina Ortiz, spagnola delle Canarie ma residente a Madrid, che ha preso in mano un nome famosissimo nell’abbigliamento da uomo qual è Brioni e che ora si vuole declinare pure al femminile. Per ora Brioni donna era rimasta una nicchia che però, con questa collezione, punta al successo. Non una donna fashion ma piuttosto una donna elegante e di classe che ama farsi guardare e ammirare per la sua raffinatezza. Così il tuxedo è il punto di partenza di una ricerca che approda a una nuova sensualità che si esprime in insoliti volumi: a bozzolo per il busto, a vespa la silhouette. Ovvero maniche esagerate che nascondono pieghe scultoree e forme sottili che segnano la vita quasi sempre alta. «Bisogna essere una persona di un certo tipo», dice la stilista. Una definizione che calza a pennello anche se venisse attribuita a Alessandra Facchinetti, neo disegnatrice di Moncler dopo l’abbandono di Gucci. «Sono finalmente io», ha detto la Facchinetti. E i suoi piumini, che fanno a pari con qualsiasi capo haute couture, sono davvero straordinari. 18 pezzi ricchi di plissettature, visoni, petali di organza. Da vedere per credere. Dai super specialisti dei piumini alla regina delle ragazze in fiore.
Anna Molinari disegna Blugirl, questa volta, omaggiando il cinema. Parte da Colazione da Tiffany con una serie di capi nero bon ton arricchiti di passamanerie gioiello e nastri di velluto portati con vezzosi calzettoni di cotone traforato. Passa con la massima disinvoltura a Memorie di una geisha ed è un’apoteosi di kimoni uno più prezioso dell’altro («non si può vivere senza kimono», dice). E si arriva a Orgoglio e pregiudizio dove la fanno da padrone paillettes oro e argento, jabots, volant e pizzi. Sono addirittura giovani educande le ragazze birichine di Frankie Morello. Anche qui pizzi antichi ma resi irriverenti dalle forme: le gonne ricche di ruches di tulle lasciano scoperte le coulotte sul retro, i pantaloni si alzano grazie a stecche di balena inserite nel bustino-guêpière.

Si riprendono in mano le redini della classicità da Salvatore Ferragamo. Ma con tocchi vezzosi davvero sorprendenti. La plissettatura crea abiti di perfetta fattura e femminilità. Uno stile inconfondibile che si completa nei bellissimi accessori.

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