Mare, profumo di mare. Chi non ha sognato almeno una volta di essere invitata a cena dal capitano Stuping? Le crociere di oggi sono lontane dal romanticismo anni '80 di «Love Boat» o dal fascino d'antan del Titanic. Nate quasi due secoli fa, le navi da crociera hanno rappresentato a lungo l'unico mezzo di trasporto idoneo a mettere in comunicazione l'Europa e L'America. Con l'affermarsi dei collegamenti aerei le grandi navi hanno parzialmente mutato la propria funzione, diventando presto il simbolo di un tipo di turismo elitario e di una vita a bordo lussuosa ed elegante. «Quella delle crociere dei primi del Novecento è stata la stagione dei momenti più brevi e felici della storia umana», secondo Barbara Ronchi della Rocca, autrice di «Si fa, non si fa. Le regole del galateo 2.0» (Vallardi), «è stato l'esempio della canonizzazione dell'ozio elegante in cui isolarsi da tutti nel tempo e nello spazio. Ancora non esistevano collegamenti tecnologici come i cellulari o internet». Una fortuna, direbbe qualcuno oggi, ma anche motivo di preoccupazione di mariti o amanti rimasti a terra, di poter essere dimenticati dalla propria amata.
«Prima di partire gli innamorati lasciati soli - prosegue l'esperta di galateo - consegnavano agli stewart di bordo fiori e lettere da far trovare ogni mattina nella cabina del proprio amore. Ricordiamoci che i comandanti avevano la facoltà di celebrare le nozze a bordo. In ogni caso era un viaggio all'insegna dell'allegria per i passeggeri. Sapete qual era la medicina contro il mal di mare? Mezzo bicchiere di champagne miscelato a mezzo di acqua gasata».
Grande importanza era data alla preparazione del bagaglio: il modo di vestire era l'elemento che consentiva di determinare più chiaramente lo stato sociale. Per una traversata di una settimana normalmente erano necessari 14 bauli, 3 casse da imballaggio e 4 valigie per 6 cambi d'abito al giorno.
Il fascino che circonda le navi da crociera contraddistingue ancora oggi questa tipologia di
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