Da quando è scoppiata la bomba, ho pensato varie volte, come credo abbiano fatto tutte le donne italiane: cosa avrei fatto al posto di Veronica? Poi ho pensato anche: ma chi gliel’ha fatto fare? Perché mettersi contro l’uomo più potente d’Italia con tanta virulenza? Alla fine mi sono risposta: avrei reagito come lei. Perché quando è troppo è troppo. La classica goccia ha fatto traboccare il classico vaso.
Credo che avrei agito come Veronica e come migliaia di donne che non riescono più a stare in una situazione coniugale per loro divenuta insopportabile. Potendo disporre la moglie del premier di un armamento nucleare, nel momento della rabbia ha innescato una reazione atomica. Fosse stata la sora Gina di Voghera si sarebbe limitata a chiamare al telefono le tre amiche tre e fare a fette il consorte. Non voglio qui entrare nella vicenda personale tra lei e Silvio Berlusconi perché penso che tra moglie e marito non si metta il dito. Sono contraria alle spettacolarizzazioni e mi fa sinceramente ribrezzo il gossip e il livello del trash che è stato raggiunto in questi giorni.
Penso però che il significato ultimo del gesto di Veronica Lario sia in queste parole: «Nel corso del rapporto con mio marito ho scelto di non lasciare spazio al conflitto coniugale anche quando i suoi comportamenti ne hanno creato i presupposti. Questa linea di condotta incontra un unico limite, la mia dignità di donna». Se la moglie del premier non avesse voluto lanciare un messaggio pubblico, avrebbe potuto mettere la pratica in mano all’avvocato, rintanarsi in una delle sue numerose ville e sfogarsi al telefono con le sue tre amiche tre, come una qualsiasi sora Gina da Voghera.
Questa è la premessa e questo è il motivo per cui trovo assolutamente indecente il modo in cui Santoro nella trasmissione di giovedì sera ha dato voce e volto a Veronica, mettendo in bocca all’attrice Monica Guerritore le durissime parole tratte da lettere e interviste degli ultimi giorni. Una «trovata di regia efficace» come scrive il critico televisivo Paolo Martini sulla Stampa? Tutt’altro.
La Guerritore è apparsa in video come una Maddalena sofferente, senza trucco e con la faccia gonfia, le occhiaie e i bargigli, per dimostare come si era ben calata nel ruolo della moglie tradita. La messa in scena delle donna afflitta, così disperata da abbandonarsi alla sciatteria, da non curarsi del proprio aspetto fisico, è uno stereotipo che lasciamo volentieri alle telenovele e alla soap opere. Per prendere le parti di Veronica, ad Annozero le hanno fatto un pessimo servizio, presentandola come una perdente.
L’altra idea che deve aver mosso gli autori di Annozero era presentare il volto di una donna «vera», non addolcita neppure da un filo di rimmel, dove i segni della mezza età erano volutamente molto visibili, per contrapporla alle donne finte e siliconate, rifatte e gonfiate, il modello velina che si intendeva stigmatizzare. La Guerritore parla lentamente, fa lunghe pause tra una frase e l’altra. Sullo sfondo c’è una libreria, altro messaggio: perché una donna intelligente legge molti libri, mica come una velina, superficiale e ignorante. Veronica ha dichiarato che se fosse andata avanti così, in silenzio come ha sempre fatto, a covare questo rancore, si sarebbe ammalata. Ha scelto di non ammalarsi e di sputare il rospo. E questa sarebbe una donna sofferente e perdente? Io non voglio dire che Veronica non soffra. Dopo trent’anni di matrimonio e con tre figli, è impensabile che si affronti un passo come il divorzio a cuor leggero. Ma se Berlusconi ha un’idea perlomeno «desueta» delle femmine, Santoro è caduto nello stereotipo maschilista che a parole voleva abbattere: guardate com’è ridotta una donna abbandonata dal marito. Guardate il drago, l’Imperatore, che cosa è stato capace di fare.
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