Alierta: «Telecom non ci interessa più»

Il presidente di Telefónica conferma l'exit strategy e accusa: «Un ostacolo non essere italiani». Resta il nodo soci

Telecom Italia (-1,1% a 0,87 euro) perde quota, ma non affonda dopo le parole di César Alierta, numero uno di Telefónica, che ieri ha confermato quel che in molti già sospettavano: il colosso tlc spagnolo, dopo l'acquisizione della brasiliana Gvt da Vivendi, chiuderà una volta per tutte il capitolo tricolore dove, a giudizio del manager, «il non essere italiani» è stato un ostacolo determinante.

Con il passare delle ore, intanto, in Borsa hanno dato per scontato un nuovo slittamento della cessione di Telecom Argentina al fondo messicano Fintech che lo scorso novembre aveva messo sul piatto 960 milioni di dollari per l'asset.

La chiusura del dossier, già saltata il 12 agosto, sarebbe dovuta arrivare ieri. Ma a mancare sarebbe ancora il via libera dell'Antitrust argentino atteso entro fine mese anche se non manca chi, dopo gli eventi dell'estate (dal default tecnico di Buenos Aires ai mutamenti internazionali nel mercato delle Tlc), inizia a temere che sull'accordo sia stato messo un pesante punto interrogativo. Telefónica, che ha già in essere un prestito convertendo (in scadenza a luglio del 2017) sul 9% di Telecom Italia, ha offerto a Vivendi, nell'ambito dell'accordo per Gvt, l'opzione sull'8,3% della partecipata italiana, opzione ritenuta attraente dalla società d'Oltralpe presieduta da Vincent Bolloré (azionista di peso, tra l'altro, anche di Mediobanca). Ma, almeno per ora, sono in pochi a scommettere su Vivendi quale futuro azionista di riferimento di Telecom Italia. Anzi. Fioriscono le ipotesi più svariate: dalle nozze con Mediaset a quelle tra Tim e 3 Italia. Per Equita ( buy a 1,02 euro) l'ipotetico matrimonio con il Biscione «non è supportato da argomenti concreti» né è «di ovvia strategicità per Telecom Italia».

Quanto invece alla fusione tra le due società tlc, il broker afferma: «Non pare un evento immediato, ma qualunque eventuale consolidamento nelle reti mobili domestiche sarebbe ovviamente un avvenimento positivo per il titolo». Insomma, soci in fuga e diversi interrogativi all'orizzonte. In uscita, infatti, oltre a Telefónica, ci sono anche gli altri soci di Telco (al 22,4% di Telecom) ovvero Intesa Sanpaolo, Mediobanca e Generali. Il patto è stato disdettato ed è quindi destinato a sciogliersi quanto prima. «È ormai partito il toto-scommesse su accordi strategici e nozze di convenienza che succederanno al prossimo addio da parte degli attuali azionisti», secondo lo stesso broker. Non solo, nonostante il top management abbia più volte ribadito la strategicità del Brasile, sono in molti a puntare sulla cessione alle migliori condizioni possibili di Tim Brasil, su cui si è palesato l'interesse di Oi. «Per Tim Brasil si riapre l'ipotesi di una vendita o della ricerca di un nuovo partner commerciale.

Quest'ultimo aspetto rimane quello in grado di generare il maggiore appeal per il titolo, dato che permetterebbe a Telecom Italia di rimanere nel quarto mercato mondiale delle telecomunicazioni», conclude Vincenzo Longo, strategist di Ig.

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