Le Fs tendono la mano al governo per una possibile alleanza con Alitalia e il ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli, restringe il campo d'azione sul partner industriale: «Boeing può essere quello giusto, Lufthansa no».
Di certo, sulla vendita della ex compagnia di bandiera è aperto «un tavolo permanente», ha aggiunto ieri Toninelli definendo le Ferrovie dello Stato «uno dei partner più strategici per la compagnia». Quanto ai tempi dell'agenda, «ottobre potrebbe essere un mese in cui si sciolgono alcuni nodi, entro fine anno avremo una soluzione. I commissari possono andare avanti e noi possiamo anche prorogare il processo sulla cessione. Stiamo creando un piano industriale serio e ci siano tutte le prospettive per cui Alitalia tornerà a volare come uno dei maggiori vettori a livello europeo», ha promesso il ministro. Che chiude la porta ai tedeschi (di Lufthansa) e la apre agli americani: «la Boeing - ha aggiunto in risposta a una domanda - certamente può essere considerata un partner visto che costruisce aerei e ce ne servono tanti». Il problema è che «se Boeing venderà aerei ad Alitalia, significa che sarà Alitalia a metterci i soldi e non viceversa», fa notare su Twitter Andrea Giuricin, docente di Economia dei Trasporti all'università Bicocca di Milano. Che proprio all'integrazione treno-aereo aveva dedicato uno studio qualche anno fa insieme a Stefano Paleari, oggi commissario di Alitalia: ne era uscito un quadro di difficile integrazione, anche per la diversa capacità, in termini di passeggeri, di un treno e di un aereo.
Dalle Fs arriva la voce dell'ad, Gianfranco Battisti: «Noi siamo una azienda aperta, che deve essere capace di guardare alle opportunità che si offrono. Se ci fosse chiesto di valutare un piano industriale per rendere sostenibile il business economico perchè non farlo, anzi siamo aperti a valutare. Fino ad ora - ha precisato Battisti - non ci sono stati approcci formali». L'operazione Alitalia, ha precisato, dovrebbe tuttavia rientrare in un contesto per sviluppare un sistema integrato dei trasporti in Italia, che metta a sistema tutte le porte di ingresso nel paese, stazioni, porti e aeroporti. In quest'ottica, ha spiegato Battisti, Alitalia potrebbe avere già una riduzione importante dei costi operativi se riducesse la sovraesposizione su alcune rotte come Roma-Firenze, Roma-Bologna che sono già ampiamente serviti dall'Alta Velocità.
Dal dossier Alitalia si sfilano, invece, le Poste: «Non abbiamo alcun interesse, l'ho appreso sui giornali», ha detto ieri l'ad, Matteo Del Fante, in audizione alla Camera commentando recenti indiscrezioni di stampa su un possibile ingresso del gruppo, assieme appunto a Fs e all'Eni, nel capitale della compagnia.
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