Alitalia, incognita sugli slot di Linate

Paolo Stefanato

Il cda di Alitalia ha esaminato ieri le linee guida della seconda fase del piano industriale. Seduta interlocutoria e decisioni rinviate alla riunione che dovrebbe tenersi il 12, dopo il voto. Tanti i tasselli da rivedere, in una compagnia che sta perdendo una grande quantità di denaro e che sta per scontrarsi con seri problemi di liquidità. La via, stante l'indisponibilità delle banche, è quello di una ricapitalizzazione mascherata che sarà effettuata da Etihad. Dimissionari ieri al cda Jean Pierre Mustier e Paolo Colombo, che rappresentavano Unicredit e Intesa, in ragione dei loro nuovi incarichi; dimissionaria per motivi personali Antonella Mansi. A breve scadranno gli accordi con Air France-Klm e ciò apre nuovi scenari di carattere operativo e commerciale. Finora le due compagnie operavano i voli tra Italia e Francia in condivisione. Un nodo sensibile riguarda lo scalo di Linate, dove i diritti sono contingentati e dove l'alleanza aveva indotto le due compagnie a condividere un numero di slot superiore a quelli assegnati dalle norme che regolano l'aeroporto.

La fine della collaborazione porterà a una revisione del traffico di Air France a Linate, che potrebbe trovarsi a ridurre la propria l'attività nell'aeroporto milanese che alimenta i suoi due hub, Parigi e Amsterdam.

La stessa Alitalia ha le sue preoccupazioni: i suoi slot, frutto anche delle acquisizioni di compagnie, se non attivi andrebbero perduti. Gli slot sono infatti delle concessioni pubbliche che se inutilizzate devono essere riconsegnate all'autorità. Per Alitalia perderli sarebbe un danno ma esercitarli comporterebbe una riorganizzazione difficile.

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