Economia

Alitalia, a rischio i voli Linate-Sicilia

Il nuovo piano punta sull'Europa e taglia le rotte per Palermo e Catania. Ma la compagnia smentisce

Milano pagherà il suo prezzo all'alleanza Alitalia-Etihad. Secondo quanto risulta al Giornale , il piano industriale della compagnia, tuttora in corso di elaborazione, prevede che i voli da Linate per la Sicilia non siano più strategici e ne prepara il taglio. Alitalia, contattata per commentare l'indiscrezione, dichiara che «non ha nessuna intenzione di tagliare i voli da Linate per Catania e Palermo. I voli per la prossima stagione saranno confermati. La strategia di Alitalia, già da prima della partnership con Etihad, è quella di concentrarsi sui suoi aeroporti principali (Roma, Linate, Malpensa), diventare più profittevole ed eliminare quei voli che non sono economicamente sostenibili. Ma tra questi assolutamente non ci sono le tratte da Linate a Catania e Palermo».

La nuova rete di collegamenti prenderà il via con la stagione estiva del 2015, che in genere ha inizio alla fine di aprile. Ma il caso Linate è a sé, perché le nuove regole per l'aeroporto cittadino di Milano saranno indicate in un decreto che il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, firmerà in questi giorni; esso conterrà norme specifiche e provvisorie, legate all'Expo, e collocate tra marzo e ottobre 2015. E proprio queste daranno più spazio di manovra all'Alitalia. Dalla primavera dell'anno prossimo la compagnia dovrebbe ritirarsi in maniera massiccia dalle rotte nazionali finora servite da Linate, mantenendone solo alcune. Sarà radicalmente ridotta la Milano-Roma; dovrebbero appunto essere cancellati i voli per Catania e Palermo, mentre dovrebbe resistere Napoli. Si tratta, tuttavia, di indiscrezioni e va ricordato che a Torino agli annunci di abbandono dell'aeroporto è seguita una trattativa, chiusa con un compromesso e con la conferma di alcuni voli settimanali per il Sud. Non è escluso che lo stesso succeda ora con la Sea di Milano.

La questione va vista da due lati: quello dei passeggeri e quello della compagnia. Per tutte le destinazioni nazionali che Alitalia non servirà più da Linate, i viaggiatori dovranno individuare un servizio alternativo da Malpensa o da Orio al Serio; nel primo aeroporto la compagnia di riferimento è EasyJet, nel secondo Ryanair, entrambe espressione del modello low cost. Dal punto di vista della compagnia, Linate ha un significato prettamente commerciale. Alitalia non è più una società pubblica, finanziata dallo Stato, tenuta a collegare tutto il territorio nazionale, con una missione universale. E Linate è un aeroporto a numero chiuso - non più di 18 movimenti all'ora e solo per le capitali europee - e i suoi slot valgono oro. Alitalia ha via via rafforzato la sua presenza (il 75% circa dei voli) grazie all'acquisto di varie compagnie (Volare, AirOne, Gandalf), perché gli slot non si possono comprare ma le compagnie sì. Eppure, dopo il crollo della rotta per Fiumicino, a Linate, Alitalia perde 40 milioni all'anno. Ecco l'obiettivo: spostare gli aerei dalle rotte italiane a quelle più redditizie verso l'Europa.

Anche perché se gli slot, pur così abbondanti, non venissero utilizzati, dovrebbero essere redistribuiti tra i concorrenti.

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