Leggi il settimanale

Alitalia torna ad assumere 600 «tute blu» per l'estate

L'obiettivo è migliorare la produttività. La Ue lascia il tetto azionario del 49%, Delrio deluso

Paolo Stefanato

Sembra un paradosso. Alitalia ricorre alla cassa integrazione a zero ore per 311 dipendenti di terra e, contemporaneamente, ne assume 600, sempre di terra. Invece non lo è. I trecento sono colletti bianchi, personale amministrativo del quale la compagnia avverte l'eccesso; i 600 sono prevalentemente tute blu, personale di scalo. Succede ogni anno: le assunzioni sono stagionali e riguardano il picco estivo, con contratti che possono durare, al massimo, da maggio a settembre. Lo fanno tutte le compagnie, nessuna esclusa, perché d'estate la gente vola di più. Ma quest'anno queste assunzioni hanno un valore diverso: rispondono alla volontà dei commissari di ottenere dalla struttura la migliore produttività, per alimentare al massimo i ricavi. Questa linea è stata espressa ieri con evidenza nell'incontro azienda-sindacati sul contratto. Al personale navigante (piloti e assistenti i volo, circa 4.500 persone) è stato chiesto di lavorare con turni più stretti, rinunciando, tra luglio e ottobre, a una parte dei riposi obbligatori.

Stando alle regole in vigore, i naviganti hanno diritto a 120 riposi all'anno, 30 al trimestre, 10 al mese; se il numero mensile scende, nel trimestre successivo la differenza va recuperata o pagata. Ora l'azienda chiede che i riposi scendano a 8, cioè 32 nel quadrimestre, senza obbligo di compensazione o pagamento. Allo scopo, appunto, di far volare gli aerei il più possibile. Il sindacato ieri ha ascoltato e si è riservato di dare una risposta; il buon senso dice che sarà un sì. Del resto, se oggi l'Alitalia annuncia nuovi collegamenti con Los Angeles, New Delhi, Malè e se indiscrezione studia un volo per Johannesburg, ciò va in linea con quanto chiesto a gran voce dagli stessi sindacati alla passata gestione, maggior attenzione al tema dei ricavi.

Quello che le sigle coinvolte (Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Anpac e Anpav) dicono di non voler accettare è un taglio delle retribuzioni, che sarà oggetto di confronto. E lanciano anche un allarme su Cityliner, la compagnia di breve-medio raggio controllata al 100%, la cui operatività potrebbe venir compromessa dalla fuoriuscita (volontaria) di molti piloti: dei 50 che hanno già lasciato il gruppo, 20 sono di Cityliner, dove i contratti sono diversi e le retribuzioni più basse.

Ieri l'Unione europea ha confermato la regola in base alla quale un investitore straniero non

può superare il 49% del capitale di una compagnia europea; ci saranno nuove flessibilità che non sono ancora note. «Sapevamo che la norma non cambiava. Auspicavo un'altra soluzione», ha detto il ministro Graziano Delrio.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica