All'Italia arrivati 12 miliardi di fondi dalla Bei

Si tratta di più di un terzo delle operazioni del nuovo piano Juncker

Antonio SignoriniRoma All'Italia è andato circa «un euro su sei» dei finanziamenti della Bei e più di un terzo delle operazioni del nuovo piano Juncker. Dalla Banca europea degli investimenti arriva in Italia un sostegno pari a circa lo 0,7% del Pil: 11,7 miliardi di nuove operazioni (0,7 miliardi riferibili alla Fei, il fondo europeo per gli investimenti) in crescita del 2,7% rispetto al 2014. Poi, 29 miliardi di nuovi progetti finanziati per un totale degli impieghi che è arrivato a 68,3 miliardi. A fare il bilancio di un anno «record» è stato il vicepresidente Dario Scannapieco. L'Italia si conferma il principale beneficiario della banca fondata nel 1958. Il 2015 è stato l'ultimo anno dell'aumento di capitale deciso nel 2012. Un anno «record», grazie al lavoro degli uffici italiani della banca, ha riconosciuto il numero due della Bei. «Al momento - ha spiegato - il 35% delle operazioni approvate del nuovo piano Juncker sono in Italia, ma solo perché siamo stati più veloci di altri. Comunque siamo partiti bene». Il sostegno della Bei consiste soprattutto in garanzie sui prestiti delle banche, in particolare destinati alle piccole imprese (il 38 per cento del totale). Solo nel 2015 sono state finanziate 7.200 pmi. Dal 2009 al 2015 le piccole aziende che hanno beneficiato di prestiti Bei sono state 84.200 per un totale di 25 miliardi.Nel 2015 la Banca della Ue ha anche finanziato programmi governativi innovativi in collaborazione con il ministero dell'Economia: 950 milioni di euro a Rete ferroviaria italiana «per l'ammodernamento delle linee nazionali e locali, in buona parte nel mezzogiorno», un prestito di 300 milioni all'interno del piano Juncker a Trenitalia per l'acquisto di nuovi treni, poi 905 milioni per il piano di edilizia scolastica del governo e 300 milioni all'Anas per l'ammodernamento della rete stradale. Nel 2016 l'impegno in Italia della Bei continuerà. Il lancio dei project bond.

La banda larga («la Bei sarà della partita») e un ulteriore sforzo per sostenere le banche «prendendo parte del rischio dei finanziamenti» alle pmi e su «nuovi strumenti» per «bypassare il sistema bancario come la cartolarizzazione dei mini bond, equity e attrazione di investitori». Con un occhio alla creazione della bad bank. Progetto «prematuro», ma «è un tema che guardiamo con interesse».

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