Anche per Draghi c'è la ripresa solo gli italiani non la vedono

Il presidente Bce: «In Europa progressi reali, la crescita sta tornando». Ma nella Penisola prevalgono i pessimisti

Sicuro che in Europa stia tornando la crescita e sempre più convinto che serva una maggiore integrazione tra le politiche economiche dell'area euro. Mario Draghi, volato da Francoforte a New York per ricevere il Global Citizen Award dell'Atlantic Council, segnala agli investitori e agli esperti di relazioni internazionali statunitensi, che la crisi è finita. Ma l'ottimismo di Draghi (per non parlare di quello del premier Matteo Renzi) non contagia gli italiani, ancora convinti che l'economia - perlomeno quella nazionale - sia ancora lontana da una vera ripresa. Solo una minoranza crede alla svolta.

«La crescita sta tornando». E il «ritorno dell'economia dell'area euro a una crescita sostenuta, sotto l'impulso della sua politica monetaria, è una buona notizia per tutti», ha spiegato. La Bce, comunque, continuerà a fare la sua parte. «Non ci fermeremo fino a quando l'unione monetaria non sarà completa». Un messaggio alla comunità internazionale. La banca centrale continuerà a sostenere l'area dell'euro e farà pressione sulle altre istituzioni per realizzare auna vera unione delle politiche fiscali. «I progressi compiuti negli ultimi tre anni per stabilizzare e rafforzare l'area dell'euro sono reali. Si sta rimettendo in moto la crescita. La strada da percorrere è tracciata con chiarezza e non ci fermeremo».

L'Europa non è omogenea? Draghi non ci crede e si schiera con chi chiede un «maggiore integrazione per beneficiare di tutte le economie di scala e di gamma realizzabili grazie alla nostra unione». La posta in gioco non è solo il benessere degli europei. Il destino dell'Unione «ha anche rilevanza diretta per il resto del mondo. L'Unione europea e la sua unione monetaria sono progetti regionali con implicazioni globali».

Draghi è stato accolto come una star negli Usa. Il vicepresidente americano Joe Biden ha riconosciuto che ha un «lavoro veramente difficile». Il direttore generale del Fondo monetario internazionale Christine Lagarde lo ha definito un «fantastico banchiere centrale, un cittadino del mondo» che «ha difeso l' euro e spinto l'area euro nella giusta direzione». Ma il suo ottimismo è forse eccessivo. Secondo Romano Prodi «Draghi è uno dei pochissimi che vuole gli Stati Uniti d'Europa e che utilizza gli strumenti a sua disposizione per spingere su quella strada». Un modo per dire che le altre istituzioni Ue non sono sulla stessa lunghezza d'onda.

Ancora più distanti dall'ottimismo di Mario Draghi, gli italiani. I connazionali del governatore non vedono l'uscita dal tunnel.

Secondo un sondaggio effettuato da Ixè per la trasmissione Agorà, nonostante i dati parzialmente positivi usciti nelle ultime settimane, il 65% degli italiani non vede ancora segnali di ripresa. Il 34%, invece, è ottimista e pensa che il peggio sia passato.

Secondo un sondaggio di Ixè per Agorà, più di sei italiani su dieci (65%) non sentono ancora la ripresa

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