Politica economica

Arriva l'alcol test che blocca l'accensione del motore

In alcuni Paesi Ue è ora usato come pena alternativa per chi guida in stato di ebbrezza

Arriva l'alcol test che blocca l'accensione del motore

La tecnologia viene in soccorso alla sicurezza stradale. Il mondo assicurativo da anni si preoccupa di introdurre sistemi di controllo che siano utili a ridurre gli incidenti stradali. La collaborazione con gli enti internazionali è fondamentale, per mettere a frutto l'esperienza fatta all'estero. In molti Paesi europei il problema della guida in stato di ebbrezza è stato affrontato in modo risoluto, partendo da un basso tasso di alcolemia ammesso al volante, reso effettivo da controlli molto severi. E la tecnologia aiuta.

Una delle ultime novità è l'alcol interlock. Il sistema di blocco del motore (mancata accensione) collegato all'esecuzione di un preventivo alcol test del guidatore in Svezia, Finlandia, Francia, Belgio, Estonia «è una realtà, la cui installazione è per ora circoscritta a due casi spiega Antonio Avenoso (nella foto), Executive Director del Consiglio europeo della sicurezza stradale (European Transport Safety Council) come pena alternativa ai guidatori recidivi nella guida in stato di ebbrezza, o trovati con alti livelli di alcol nel sangue, e come misura volontaria per i guidatori di mezzi pubblici e di mezzi pesanti».

L'installazione dell'alcol interlock ha bisogno di una legislazione nazionale. L'Unione europea non ha mandato per imporlo. «Nei Paesi in cui l'alcol interlock è stato introdotto aggiunge Avenoso - è stato visto come una alternativa preferibile al ritiro della patente. Installare il sistema di blocco del motore con il test alcolemico evita al guidatore di perdere il lavoro, e gli consente di mantenere relazioni familiari. Guidare l'auto è un fattore di socializzazione difficilmente rinunciabile. Meglio l'alcol interlock che non poter guidare».

Forse è un tic tutto italiano, ma il primo dubbio riguarda la possibilità di frodare il sistema, facendo respirare per il test colui che poi non guida. Basta portarsi in macchina un amico sobrio e fargli fare il test. Avenoso ammette la replica: «Il problema è serio. C'è una premessa etica essenziale. Ci vuole un senso civico condiviso. E prevedere conseguenze severe per chi inganna il test. E poi ci sono alcune possibilità di rendere il meccanismo più efficace. A esempio ci sono alcol interlock collegati anche a una telecamera, in modo da verificare l'identità di chi si sottopone al test. E inoltre il sistema di blocco è in grado di richiedere un re-test in maniera inaspettata durante la guida».

È chiaro che qualunque novità tecnologica non possa essere la panacea, eppure, come ricorda Avenoso, «il sistema si sta rivelando utilissimo per ridurre i sinistri e la loro gravità.

Ma l'applicazione dell'alcol interlock deve essere sempre accompagnato da un progetto di riabilitazione medica che si prefigga di combattere la dipendenza dall'alcol e introduca l'abitudine a guidare senza bere e bere senza guidare».

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