Auto, si risveglia l'Eurozona ma l'Italia ha il freno tirato

Positive le vendite di Fiat, premiata anche da Piazza Affari (+4,5%) nonostante il maxi-richiamo di vetture Chrysler negli Stati Uniti

«Per la prima volta, da molti e molti mesi, il mercato dell'Eurozona cresce, sia pure in lieve misura, più di quello dei Paesi della Ue che non hanno adottato l'euro. E un'ulteriore buona notizia è il fatto che il recupero della zona euro è trainato dai Paesi più penalizzati dalla crisi degli ultimi anni: +32,6% la Grecia, +31,5% il Portogallo, +28,9% Cipro, +26,2% la Spagna e +23,7% l'Irlanda»: nel commentare i dati delle vendite di automobili il mese scorso (+6,1% nel Vecchio continente), il Centro studi Promotor dedica all'Italia un capitolo a parte, definendo «modesto il nostro contributo alla ripresa dell'Eurozona, visto che il +3,3% di settembre resta al di sotto delle crescite segnate dagli altri due grandi mercati, Francia e Germania, rispettivamente saliti del 6,3% e del 5,2%». E a pesare, sottolinea il presidente del Csp, Gian Primo Quagliano, è «sia la profonda crisi dell'economia sia il fatto che, a differenza di quanto avvenuto in altri Paesi della zona euro, nessun provvedimento è stato adottato in Italia per sostenere la domanda di auto». L'exploit spagnolo, in proposito, deriva dagli effetti del «Plan Pive», varato dal governo che ha favorito il rinnovo del parco circolante, a favore di una maggiore sicurezza e con benefici per l'ambiente.

In Italia, una boccata di ossigeno potrebbe invece arrivare dal piano di abolizione triennale del bollo (5 anni se si acquista una vettura «verde») che il presidente della commissione Finanze della Camera, Daniele Capezzone, porterà in aula martedì prossimo.

Positivo, intanto, il risultato ottenuto da Fiat Chrysler, in Europa, a settembre: il gruppo cresce del 6% con quasi 69mila immatricolazioni, grazie ai risultati di Jeep (+61%), Lancia (+13,2%) e Fiat (+4,2%). Panda e 500, inoltre, sono le vetture più vendute del segmento city-car, con una quota nei primi nove mesi del 28,7%. Sempre a settembre Fiat Chrysler Automobiles mantiene stabile al 5,4% la quota rispetto all'anno scorso. Nel mese, inoltre, Fca è cresciuta in tutti i principali mercati: +4,7% in Italia, +8,7% in Germania, +2,9% in Francia, +4,7% nel Regno Unito e +27,9% in Spagna. Non può sfuggire il «risveglio» del marchio Lancia (+13,2%) che, nonostante nella nuova impostazione del gruppo l'Italia è, e sarà, il suo mercato di riferimento, grazie alla Ypsilon è riuscito a invertire la tendenza negativa (-2,4% da gennaio). Il marchio, infatti, è cresciuto anche in Francia: +1,7%. I dati europei hanno giovato alla Borsa di Milano dove Fca, al termine della prima settimana di contrattazioni con la nuova denominazione, ha visto le azioni riportarsi sopra i 7 euro (+4,5%) grazie anche al giudizio degli analisti di Intermonte che hanno visto i risultati del gruppo «leggermente migliori delle attese».

Bene, a meno di due ore dalla chiusura, anche l'andamento del titolo a Wall Street, oltre i 9 dollari. È così passato, per ora, in secondo piano il richiamo di 900mila veicoli Chrysler negli Usa che, secondo Intermonte, potrebbe tradursi in un costo di 120/130 milioni e un impatto sull'utile operativo del gruppo.

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