I mini ecoincentivi all'acquisto di auto «verdi», ovvero elettriche, ibride e a gas (bi-fuel a metano o Gpl), slittano probabilmente a febbraio o marzo. E qualcuno ipotizza, visto che non incontrano i favori del settore (per case automobilistiche e concessionari sono esegui e, quindi, inutili), che alla fine potrebbero anche saltare. Previsti, in un primo tempo a partire dall'1 gennaio 2013, la Legge di stabilità approvata il 21 dicembre ne ha stabilito la proroga al trentesimo giorno dall'approvazione del decreto attuativo.
Da qui il rinvio del provvedimento, notizia accolta senza patemi d'animo dagli operatori del settori tranne, presumibilmente, l'industria degli impianti a gas. Di decreto attuativo, comunque, non se ne parla, nel senso che non è stata fissata ancora la data in agenda da parte del ministero competente. Punto fermo, a parte lo slittamento, resta il taglio dell'ammontare dell'ecoincentivo deciso da un emendamento: 10 milioni in meno (da 50 a 40) nel 2013 e lo stesso nel 2014 (da 45 a 35).
L'intervento deciso dal governo Monti prevedeva, infatti, la somma di 140 milioni di euro spalmati su tre anni (50 milioni nel 2013, 45 nel 2014 e 45 nel 2015) con la seguente ripartizione: per quest'anno 15 milioni da destinare ai veicoli che emettono da 0 a 95 grammi per chilometro di anidride carbonica, mentre il 70% dello stanziamento riguarda i veicoli «a uso di terzi; i restanti 35 milioni di euro, ridotti con l'emendamento a 25, sono invece previsti per i mezzi con emissioni fino a 120 grammi per chilometro di anidride carbonica. Il testo, inoltre, prevede che, quando il beneficiario del bonus è un'azienda, il contributo spetta solo se viene rottamato un veicolo di pari categoria vecchio di almeno dieci anni. Ancora una volta si evince il grave scollamento tra lo Stato e il settore delle quattro ruote. Trovare in una flotta aziendale un'automobile con dieci anni di età non è poi così semplice. Chi redige le leggi dovrebbe prima consultarsi con gli operatori del settore per evitare brutte figure e non pochi imbarazzi.
Intanto, sia le case automobilistiche, attraverso le proprie associazioni di categoria (Anfia e Unrae), sia i concessionari, tramite Federauto, non hanno ancora in mano i dettagli di applicazione di questi mini ecoincentivi.
«Non abbiamo ricevuto nulla - afferma il presidente di Federauto, Filippo Pavan Bernacchi - e, da parte mia, spero che questo piano non parta proprio e che le risorse stanziate siano destinate a risolvere altri problemi del Paese, come quello degli esodati o della ricerca sul cancro. Questi bonus sono inutili in quanto, sempre che arrivino, si esauriranno nel giro di poche settimane e non daranno alcun beneficio al mercato».
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