Banche Ue di nuovo in allarme "Un freno a bonus e dividendi"

La Bce avverte il sistema sui rischi di nuove sofferenze legate alle imprese in crisi per il caro dell'energia

Banche Ue di nuovo in allarme  "Un freno a bonus e dividendi"

Da un lato il rischio che la recessione da shock energetico possa trasformarsi in un'ondata di default delle aziende e quindi in un buco per i bilanci bancari. Dall'altro il ritorno degli spread elevati - ieri quello Btp Bund nuovamente oltre 250 - quale nesso che lega le banche a doppio filo agli Stati di cui hanno in pancia miliardi di euro di bond. Due buone ragioni perché la Vigilanza della Bce sia tornata ad accendere il faro sulle banche, con l'invito ad alcuni singoli istituti alla cautela nel concedere bonus e dividendi 2022, appena un anno dopo aver allentato la presa con l'attenuarsi della pandemia.

Il problema è globale e atterra sui meeting del Fmi a Washington la prossima settimana. Proprio il Fondo monetario internazionale, giovedì scorso, aveva evocato «rischi per la stabilità finanziaria che stanno aumentando» riferendosi in particolare a fondi aperti obbligazionari con asset poco liquidi, che rischiano deflussi record. Ma è anche un allarme specificamente europeo: perché l'economia del continente è uscita più debole degli Usa dalla crisi pandemica. E perché soffre maggiormente l'impatto della guerra nella vicina Ucraina, in particolare quello sui prezzi energetici e i rischi di razionamenti e fallimenti, come quello della tedesca Uniper.

Il presidente del Consiglio di Vigilanza della Bce, Andrea Enria, giusto pochi giorni aveva lanciato l'ennesimo monito alle banche a non abbassare la guardia. Preoccupato per il fatto che non stiano prendendo abbastanza sul serio i rischi derivanti dalla probabile recessione in arrivo. «C'è una certa riluttanza da parte delle banche a impegnarsi seriamente nelle discussioni di vigilanza» sui rischi economici, aveva detto Enria, stigmatizzando questo atteggiamento. «L'invasione russa dell'Ucraina si sta trasformando in un vero e proprio shock macroeconomico». Da qui l'invito alle banche - che pure godono dell'impatto positivo del rialzo dei tassi sugli utili - a non «proiettare in avanti in modo miope i tassi di default eccezionalmente bassi sperimentati negli ultimi due anni». Quando gli aiuti pandemici non avevano risparmiato né liquidità né fondi statali alle imprese.

Recentemente - ricorda Bloomberg - alcuni istituti come Unicredit, Commerzbank e Deutsche Bank hanno migliorato le proprie prospettive nonostante il difficile momento dell'economia, escludendo massicce svalutazioni di crediti. I dati aggregati della Bce hanno segnalato che complessivamente i cosiddetti crediti stage 2, quelli in bonis ma che sono a rischio deterioramento, sono saliti nell'ultimo trimestre dal 9,3 al 9,7%, anche se il complesso di quelli deteriorati è sceso e i livelli di capitale del sistema bancario sono rimasti stabili.

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