Svolta green per Bhp Billiton. Con una mossa radicale, il colosso australiano ha deciso di uscire da gas e petrolio per convertirsi a business in linea con la transizione energetica, in questo caso puntando su materie prime e fertilizzanti. Una tendenza a cui stanno approdando gradualmente molti big player, anche italiani. Se i profitti, compresi quelli di Bhp, sono infatti ancora legati molto alle attività tradizionali, il passaggio verso altri business sta interessando tutti i big dell'energia: la prima ad aver fatto una svolta radicale è stata Erg, ma poi anche Eni, Enel, Snam, Terna, Italgas e le utility hanno avviato la trasformazione.
La mossa di Bhp Billiton desta però scalpore perché si tratta della più grande società al mondo nel settore minerario con una tradizione ultra centenaria. E perché tutta l'operazione potrebbe valere tra i 13 e i 15 miliardi. In concreto, il gruppo con sede a Perth cederà a Woodside le proprie concessioni, concentrate tutte in Oceania. «Una delle opzioni è una potenziale fusione dell'attività petrolifera con Woodside Petroleum e una distribuzione delle azioni di Woodside agli azionisti di Bhp», ha detto il ceo di Bhp, Mike Henry che prepara una vera giravolta industriale. Il focus saranno le materie prime più richieste per lo sviluppo delle nuove tecnologie, dal litio al rame. Nonché i fertilizzanti verdi.
Di fatto, Bhp lancia un forte segnale al mercato che ormai punta tutto sulla trasformazione green e subordina l'affidabilità e la bancabilità di una società anche in base al livello di sostenibilità aziendale. D'altra parte, la società è stata sottoposta a crescenti pressioni per ridurre la sua esposizione ai combustibili fossili e ha già venduto alcune attività nel settore del carbone.
Alla luce di questa decisione, Bhp eliminerà la doppia quotazione nel Regno Unito e in Australia per passare a un'unica Piazza primaria a Sydney. Tuttavia le azioni saranno quotate anche a Londra, Johannesburg e a New York e nascerà una delle prime 10 società energetiche indipendenti a livello mondiale.
Una decisione che ha dato la scossa al titolo (+3,4%) complice il fatto che il gruppo distribuirà un dividendo di 2 dollari per azione (55 cent lo scorso anno). Bhp Group ha chiuso l'esercizio 2020-2021 con un aumento dell'utile del 42% a 11,30 miliardi di dollari; ricavi +42% a 60,817 miliardi.
Tornando all'Italia, la tendenza meno radicale è quella al momento di creare delle newco verdi da potenziare
e valorizzare per dare senso economico e finanziario al processo di trasformazione. Ci stanno lavorando Eni, A2a, ma anche Snam ed Hera. C'è poi una forte attenzione allo sviluppo di fonti alternative, idrogeno in testa.
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