Guerra in Ucraina

Blocco sulle esportazioni di materie prime: cosa può cambiare

Blocco delle esportazioni italiane se scarseggerà la materia prima: è una delle nuove misure del governo contro la crisi ucraina. Ecco cosa può succedere anche con bollette e carburante

Blocco sulle esportazioni di materie prime: cosa può cambiare

A causa della crisi causata dal conflitto in Ucraina, il governo italiano potrà vietare l'export di materie prime se dovessero diventare carenti per il nostro mercato interno: è la nuova misura che dovrebbe far parte del nuovo decreto di Draghi con cui si cerca di far fronte ai problemi causati dalla guerra. Nel "pacchetto", poi, ci saranno anche le misure per abbassare di 15 centesimi il costo della benzina oltre a calmierare e rateizzare il costo delle bollette così da aiutare le famiglie più in difficoltà. Ci saranno anche nuovi sostegni alle imprese e le misure per i profughi ucraini.

Cosa succede con le esportazioni

Come detto, però, la novità per adesso più rilevante riguarda l'export italiano: la mancanza e la scarsità di materie prime rischia di far chiudere alcune aziende e creare un effetto domino molto pericoloso. Domani, il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, proporrà in Consiglio dei ministri una norma per controllare le esportazioni con obblighi e sanzioni per chi non le rispetterà. Infatti, fino al 31 luglio tutte le aziende dovranno inviare notifica al governo sulle operazioni con l'estero: a quel punto si dovrà attendere una risposta, affermativa o negativa. Chi non rispetterà il "no" potrà essere multato fino a 100mila euro e sanzioni fino al 30% della vendita.

Chi decide di riattivare la produzione di ghisa, come riporta Repubblica, sarà data la garanzia di Sace (Società per azioni del gruppo italiano a partecipazione pubblica Cassa Depositi e Prestiti, specializzata nel settore assicurativo-finanziario). Invece, multe fino a 5mila euro per le imprese che aumenteranno in maniera immotivata i prezzi. E poi, previsto un miliardo di euro come fondo di garanzia per circa 150mila aziende manifatturiere.

Cos'è il "price cap"

Non ci sono soltanto le materie prime: come abbiamo visto sul Giornale.it, per abbassare il caro bollette per famiglie e imprese è in fase di studio un "price cap", tecnica di controllo dei prezzi dei beni e servizi offerti. Attraverso questo meccanismo, l'aumento dei prezzi o delle tariffe non può superare un valore "calcolato sottraendo al tasso d'inflazione sui beni di consumo una quota minima di aumento della produttività". Si tratta quindi di un "tetto" massimo su gas e elettricità oltre al quale non si potrà più andare. Il rovescio della medaglia, però, è rappresentato da impatto negativo sul mercato come la fuga dei fornitori all’estero. Secondo gli ultimi ragionamenti, infatti, questa idea potrebbe essere eliminata ed essere sostituita con la tassazione sui profitti extra dalle aziende energetiche grazie all’impennata dei prezzi. In ogni caso si brancola ancora nel buio e non c'è un vero metodo per tagliare il costo delle bollette.

Cosa succede con il caro carburanti

Infine, come accennato all'inizio, almeno 500 milioni saranno stanziati contro il caro carburanti grazie all’extragettito Iva che lo Stato ha incassato negli ultimi cinque mesi. A quel punto, anche se sarà largamente insufficiene, benzina e diesel potranno diminuire di 15 centesimi, con il

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