Economia

Il bluff del governo sulla manovra: nel 2012 una stangata da 30 miliardi

La riduzione delle tasse sventolata dal governo è solo un abbaglio. Nella manovra il calo ammonta ad appena 4 miliardi di euro. E per il 2021 è già pronta una sorpresa

Il bluff del governo sulla manovra: nel 2012 una stangata da 30 miliardi

Altro che taglio alle tasse e sforbiciate varie: la manovra confezionata dal governo giallorosso come regalo di Natale agli italiani nasconde una stangata dal valore di 30 miliardi di euro.

Eppure il viceministro dell'Economia, Antonio Misiani, non ha perso l'occasione per sottolineare i successi raggiunti dall'esecutivo, come ad esempio la riduzione delle imposte sulla plastic tax e sulla sugar tax: “Con la collaborazione di tutta la maggioranza il governo ha completato la messa a punto della manovra, così come concordato nei giorni scorsi, confermando l' impianto iniziale e mettendo a punto alcuni interventi di minore portata come le imposte sulla plastica monouso e lo zucchero aggiunto nelle bevande”.

Ma non è finita qui, perché Misiani ha parlato di un calo della pressione fiscale superiore ai 27 miliardi di euro, senza considerare il taglio delle tasse ai lavoratori e la conferma di bonus e incentivi vari: “I risultati complessivi della manovra sono straordinariamente importanti: le misure di riduzione della pressione fiscale superano i 27 miliardi, tra cancellazione della Salvini tax (l' aumento Iva, che sarebbe costato oltre 500 euro a famiglia), taglio delle tasse ai lavoratori (3 miliardi nel 2020 e 5 miliardi a regime), conferma dei bonus per l' edilizia e rafforzamento degli incentivi per gli investimenti delle imprese”.

Il doppio bluff del governo giallorosso

Insomma, a sentir parlare Misiani ci si potrebbe aspettare un successo clamoroso invece, come riporta il quotidiano La Verità, siamo di fronte a una vera e propria presa di giro. Già, perché il taglio delle tasse, dizionario alla mano, dovrebbe prevedere un minor costo dei pagamenti. Nell'accezione del termine data dal governo giallorosso, invece, tagliare le tasse significa pagare meno oggi per pagare di più domani.

Innanzitutto i 27 miliardi cui fa riferimento il vicepresidente comprendono voci disomogenee: dalle clausole di salvaguardia, dal valore di 23 miliardi e coperte con 14 miliardi di maggiore deficit, alla lotta all'evasione fiscale (3,5 miliardi), dai tagli lineari ai ministeri (2 miliardi) alle micro imposte (3,5 miliardi). Della cifra indicata da Misiani, inoltre, soltanto una parte (quantificabile in 4 miliardi) si riferisce effettivamente a tagli alle tasse: 3 miliardi per la riduzione del cuneo fiscale e 1 per incentivi vari a edilizia e imprese.

Smascherata la falsa promessa della riduzione fiscale pari a 27 miliardi, che come abbiamo visto comprende appena 4 miliardi di tagli alle tasse, è necessario adesso fare luce sull'altro bluff del governo. Nel testo della manovra, a pagina 161, si legge che nel 2021 scatteranno maggiori tasse per 26 miliardi di euro, 18 dei quali riguardanti le clausole di salvaguardia per l'aumento dell'Iva e il rimanente, 8 miliardi, coperture del Nadef per blindare i conti 2020. A questi numeri c'è da aggiungere un ridimensionamento delle imposte sul 2020, che farebbe slittare il conto a 27 miliardi.

Per quanto riguarda l'evasione fiscale, dal momento che è pressoché impossibile che l'esecutivo giallorosso riesca nell'impresa di recuperare quanto dichiarato, è stato previsto un fondo salva tasse dotato di 3 miliardi di euro. Detto altrimenti, il prelievo fiscale aumenterà per rinforzare una riserva "taglia tasse"; siamo dunque di fronte a un meccanismo che entrerà in campo per essere utilizzato come copertura per gli interventi già programmati.

Insomma, la riduzione delle tasse sventolata dal governo è solo un abbaglio: il calo ammonta ad appena 4 miliardi di euro e per il 2021 è già pronta una stangata dal valore di 30 miliardi.

Compreso il pagamento del mancato recupero dell'evasione fiscale.

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