Bolletta elevata e in ritardo: Enel condannata

Il Giudice di pace di Milano dà ragione a un condominio. La società farà ricorso

Bolletta elevata e in ritardo: Enel condannata

C'è un giudice a Milano. Lo possono dire i numerosi utenti - si parla di migliaia - intrappolati dagli elevati conguagli applicati dall'Enel: bollette di luce e gas, a volte per migliaia di euro, ben superiori ai consumi abituali, che arrivano in seguito al cambio di gestore, ma vengono emesse dopo molti anni. Inutile contestare: il contatore non sbaglia, è la risposta standard. Finora tutto quello che i clienti avevano potuto ottenere era di rateizzare gli importi. Ma adesso c'è la prima sentenza, a firma del Giudice di Pace Michela Casiraghi, che dà ragione al consumatore contro il colosso energetico. Anche se Enel ha già avviato il ricorso in appello.
Protagonisti un amministratore di condominio e lo studio legale dell'avvocato Paolo Lombardi. Tutto comincia il 27 febbraio 2012, quando al condominio arriva una fattura di conguaglio per la fornitura elettrica nel periodo gennaio dicembre 2008 da 3.666,12 euro: più del doppio dell'importo già fatturato in quel periodo, l'ultimo con l'ex monopolista visto che il condominio era passato ad altro fornitore. Il 18 aprile Enel fa il bis, con un altro conguaglio da 661,45 euro per gennaio aprile 2009, quasi il triplo della fatturazione ordinaria. L'amministratore chiede spiegazioni, tanto più che in quasi 4 anni i condomini sono cambiati: suddividere i costi è impossibile. Enel ribalta la responsabilità del ritardo sul nuovo fornitore, che ha tempo fino a 5 anni per comunicare le letture. Ma l'amministratore passa alle vie legali. Enel, scrive l'avvocato Lombardi nella citazione, ha violato il dovere di buona fede che - come ha stabilito la Cassazione - «deve presiedere all'esecuzione del contratto, così come alla sua formazione e alla sua interpretazione e in definitiva accompagnarlo in ogni sua fase». È evidente come «il comportamento tenuto da Enel Energia causi un ingiusto danno economico al condominio»: si tratta, quindi, di un «abuso del diritto». E il giudice gli dà ragione: conguagli cestinati e spese a carico dell'Enel.
Il gruppo, interpellato dal Giornale, precisa: «Nel rispetto del contesto normativo vigente ed entro i termini quinquennali di prescrizione, Enel ha fatturato, prima in acconto e poi in via di conguaglio, i corrispettivi dovuti in relazione al consumo di energia effettuato dal cliente nella misura ed entro i termini comunicati dal distributore competente per territorio. L'azienda ribadisce il proprio impegno affinché, anche grazie all'intervento dell'Autorità per l'energia, episodi del genere non si verifichino più e il dialogo tra distributori e venditori migliori per garantire una maggiore qualità nel servizio».
Una sentenza del Giudice di Pace non fa giurisprudenza, e manca ancora l'appello. Ma potrà influenzare le decisioni future.

E non mancheranno di studiarla le associazioni dei consumatori, quotidianamente tempestate di richieste di aiuto. Una famiglia di Venezia, per esempio, si è vista addebitare 4mila euro di conguaglio per la fornitura elettrica di tre anni prima: e addirittura 8mila euro si è ritrovata in bolletta una signora di Matera.

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