La Borsa aspetta Renault al bivio Fca E l'auto italiana "snobba" Francoforte

Domani apre il Salone tedesco, Lingotto e Ferrari grandi assenti

La Borsa aspetta Renault al bivio Fca E l'auto italiana "snobba" Francoforte

Tante assenze al Salone dell'auto di Francoforte, che aprirà domani, ma non per questo privo di significati. I temi principali che faranno da sfondo alla rassegna: lo spettro della recessione per la Germania a causa della contrazione del Pil; le conseguenze della Brexit; la guerra commerciale Usa-Cina con le possibili ripercussioni sull'export tedesco, punto di forza del Paese, in particolare alla voce auto.

Come da tradizione, ma quest'anno ancora di più per le numerose defezioni (tra cui quelle di Fca e Ferrari), a dominare la scena saranno i gruppi di casa: Volkswagen, Daimler e Bmw. Oltre a concept e novità,

Francoforte 2019 sarà il primo Salone da numero uno per Ola Källenius e Oliver Zipse, quest'ultimo freschissimo di nomina, rispettivamente di Daimler e Bmw.

Non ci sarà Fca, con tutti suoi marchi, e a snobbare Francoforte è anche Ferrari che ha preferito dedicare al mito italiano l'intero settembre. «Universo Ferrari», già in corso a Maranello, richiamerà per tutto il mese gli appassionati del Cavallino: una grande esposizione di supercar, tra cui la SF90 Stradale, prima ibrida plug-in, ancora da lanciare, che vedrà oggi svelare la terza e la quarta novità dell'anno, due Spider con motori V8 e V12.

E così al Salone tedesco a tenere alta la bandiera italiana sarà Automobili Lamborghini (Audi Group) il cui presidente Stefano Domenicali battezzerà Siàn, la prima hypercar elettrificata prodotta a Sant'Agata Bolognese.

Fca diserta la rassegna di Francoforte, ma non per questo non se ne parlerà. Anzi. Il tema di un possibile ritorno a trattare con Renault resta vivo. E sarà interessante ascoltare, domani al Salone, cosa dirà in proposito Thierry Bolloré, ad di Groupe Renault, sullo stand per benedire la nuova Captur. L'intervento di Bolloré segue di pochi giorni quello, al Forum Ambrosetti di Cernobbio, del ministro dell'Economia francese, Bruno Le Maire, il quale ha ribadito come «la priorità per Renault e l'alleata Nissan è definire una comune strategia per il futuro del gruppo industriale»; un percorso che «richiede tempo, quindi non è il momento per aprire nuovi dossier». Porte chiuse a un negoziato bis con Fca? Solo un congelamento?

Toccherà domani a Bolloré fare chiarezza, visto che nel recente passato aveva affermato che «l'operazione tra Fca e Renault continuerebbe ad avere robusti fondamentali, un progetto che rimane eccellente». Le Maire ha comunque parlato in rappresentanza dello Stato francese, primo azionista di Renault con il 15% e le sue parole devono essere pesate tenendone conto.

Oggi, intanto, il cda di Nissan si riunirà per affrontare la nuova grana emersa nei giorni scorsi, cioè i compensi extra percepiti dall'ad Hiroto Saikawa e altri manager, un sistema di remunerazioni legato agli stock azionari che avrebbe portato a una retribuzione superiore al dovuto per un valore di decine di milioni di yen. «Pensavo che le procedure fossero corrette», si è giustificato l'ad giapponese, il quale ha annunciato la restituzione delle somme in eccesso.

A Yokohama, quartier generale di Nissan, è intanto cominciata la caccia al nuovo ad che dovrà prendere il posto di Saikawa nell'ambito della strategia per rafforzare e ricalibrare le attività globali. Vari candidati sarebbero già stati individuati.

Sul tavolo c'è soprattutto la non facile soluzione dell'incrocio di partecipazioni con Renault. Resta da vedere come un cambio al vertice di Nissan, insieme a un eventuale ammorbidimento dell'Eliseo in tema di quote, potrebbe incidere su una possibile riapertura del dossier Fca.

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