La Borsa festeggia (+8,5%) i 50 giorni senza governo

E lo spread con la solida Germania scende ai minimi da due anni. Anche grazie al piano di aiuti della Bce

La Borsa festeggia (+8,5%) i 50 giorni senza governo

«Fate pure con calma». L'andamento di Piazza Affari sembra dire proprio questo ai palazzi della politica dove, a ormai cinquanta giorni dalle elezioni, ancora non c'è chiarezza sull'esito delle trattative in corso tra il centrodestra e i pentastellati per comporre il nuovo esecutivo post Gentiloni mentre il Pd resta in attesa. Mano al calendario dal 5 marzo, quindi dal giorno successivo alle urne, a venerdì 20 aprile l'indice Ftse Mib ha messo a segno un rialzo prossimo all'8,5%, arrampicandosi di 2mila punti da quota 21.800 a oltre 23.800. E lo spread tra i Btp e i Bund della «solida» Germania, che rappresenta il termometro più sensibile alla percezione del «rischio Italia» tra gli investitori internazionali, è non solo in calo (da 144 a 119, sempre considerando i 50 giorni trascorsi dalle urne) ma viaggia ai minimi da due anni. Una situazione quella della Borsa e dello spread su cui pochi scommettevano prima del risultato elettorale. A questo punto appare legittimo chiedersi se quello italiano sia un caso isolato. Non proprio: anche Belgio, Spagna e Germania erano infatti rimaste a lungo prive di un governo certo, senza per questo subire particolari penalizzazioni sul fronte dei listini.

Tornando all'Italia, nonostante i gufi della vigilia pre-elezioni paventassero la fuga dei grandi investitori esteri dalle blue chip, l'economia reale continua infatti a mandare segnali positivi. E, nel giro di due settimane, tre manifestazioni rappresentative del made in Italy nel mondo (Salone del Mobile, Vinitaly e Salone del Risparmio), hanno registrato un sold out di pubblico, investitori e buyer anche stranieri. Insomma chi, come l'americana Blackrock, aveva scommesso contro l'Italia si sta probabilmente leccando le ferite. Perché Piazza Affari sembra al momento in grado di attendere che Sergio Mattarella trovi la quadra.

«Si tratta di un'ulteriore riprova, dopo l'eclatante caso della Brexit e l'elezione di Donald Trump negli Stati Uniti, di come ormai mercati finanziari e politica viaggino, indipendenti, su binari paralleli. Certo i toni moderati assunti dai partiti all'indomani dalle elezioni hanno aiutato ad annullare la percezione di rischio da parte degli investitori che ora attendono le riforme, qualunque sia l'esecutivo che salirà al Campidoglio», spiega Vincenzo Longo di Ig. Piazza Affari pare, insomma, avere ancora spazio per risalire e anche lo spread dovrebbe mantenersi sotto controllo, almeno finché Mario Draghi, alla Bce, riuscirà a tenere acceso gli aiuti del quantitative easing.

«Il fatto che il nostro sia il miglior listino in Europa da inizio anno non è casuale: in un mercato pieno di liquidità e a caccia di occasioni, il Bel Paese - ricorda Longo - può rappresentare ancora una terra promessa: i Btp rendono l'1,72%, i cugini spagnoli Bonos l'1,28%.

Anche perché gli indici economici italiani non sembrano risentire più di tanto dell'incertezza politica. L'ultimo rapporto trimestrale Istat evidenziava infatti come «migliorino i consumi e il potere di acquisto, mentre si rafforza il processo di accumulazione del capitale». L'istituto di statistica, dopo aver rimarcato «la ripresa recente dell'occupazione, caratterizzata da un significativo aumento dei dipendenti a tempo indeterminato» (il tasso di disoccupazione è sceso al 10,9%, in calo dello 0,2% rispetto a gennaio e sui minimi dall'agosto 2012), si soffermava sull'elevata fiducia delle famiglie».

Restano infatti in miglioramento anche i prezzi al consumo che, a marzo, sono saliti dello 0,3% su base mensile (+0,8% su base annua) e il fatturato dell'industria che a febbraio ha fatto un balzo dello 0,5%, mentre la produzione industriale a febbraio è scesa della 0,5% e gli ordinativi della 0,6 per cento.

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