Calzature, cresce l'export e vale 9,5 miliardi di euro

Il 2017 si è chiuso con un incremento del 3,4% rispetto al 2016. Ue primo mercato. Ripartono le esportazioni verso Russia e Csi. Trend positivo per Veneto, Toscana, Lombardia ed Emilia Romagna

Calzature, cresce l'export e vale 9,5 miliardi di euro

Le calzature made in Italy sono sempre più amate all’estero e l’ export continua a crescere. Il 2017 si è chiuso infatti con un incremento del 3,4% rispetto al 2016 (dopo quello del 2,6% registrato l’anno precedente) e secondo le ultime rilevazioni del Centro Studi Confindustria Moda per Assocalzaturifici, è di oltre 9,5 miliardi di euro contro 9,2 miliardi nel 2016, il valore delle esportazioni di scarpe finite e di componentistica (era di circa 9,2 miliardi nel 2016).

Sul totale del valore esportato nel corso del 2017, il Veneto conferma il primato fra le regioni per l’export (il 24%), seguito da Toscana (21,4%), Lombardia (15,3%) e Marche (15,1%), che perdono una posizione rispetto al 2016). Insieme, queste quattro regioni coprono quasi l’80% del fatturato estero nazionale.
Rispetto all’anno precedente, il discreto risultato dell’ultimo trimestre non evita alle Marche di chiudere l’anno ancora in terreno negativo (-1,5%; era -3,2% nei primi 9 mesi): 2017 deludente, in particolare, per Macerata (-8,9%), mentre tengono Fermo (+1,1%) e Ascoli (+0,6%). Male anche la Campania (-4,1%): se Napoli cede relativamente (-0,6%), non così Caserta (-16%).
In aumento il fatturato estero delle altre principali realtà calzaturiere: di poco superiore al 4% l’incremento annuo per Veneto (trainato da Treviso e Venezia), Toscana, Emilia Romagna e Lombardia. Un po’ meno marcato per la Puglia (+2,7%).

L’Unione Europea è da sempre la principale destinazione dell’export calzaturiero: 7 scarpe su 10 sono vendute a un partner comunitario e cinque delle sette principali regioni hanno come cliente preferenziale un mercato della Ue la Francia per Veneto, Emilia Romagna, Puglia e Campania; la Germania nel caso delle Marche. La Toscana ha come prima destinazione la Svizzera, complice il ruolo sempre più rilevante di questo paese quale ponte logistico-distributivo delle griffe dell’area pelle che hanno base in Canton Ticino mentre la Lombardia è l’unica regione ad avere come principale partner un mercato non europeo: gli Usa, seguiti dalla Francia. La Russia appare assai ridimensionata (anche se resta il 6° mercato di destinazione dell’export nazionale): fino al 2014 costituiva il principale sbocco di Marche ed Emilia Romagna.
Rispetto alle leadership regionali nei vari mercati, il Veneto si conferma anche nel 2017 prima regione per export verso l’Unione Europea; la Toscana verso gli Usa; le Marche nell’area Csi; la Lombardia in Medio Oriente e Far East.

L’analisi dell’export regionale nell’ultimo quadriennio restituisce un quadro variegato, ma in cui si possono isolare alcune tendenze. Con riferimento al Veneto, i mercati con gli incrementi maggiori si trovano tutti in Europa e sono nell’ordine: Francia, Svizzera, Regno Unito, Spagna e Polonia; la Lombardia, ha visto crescere l’export soprattutto in Paesi lontani (Usa, Far East ed Emirati). La Campania presenta invece, tra i primi cinque, tre mercati situati in America centro-settentrionale (Usa, Messico e Canada).
I mercati Ue sono presenti con 15 posti su 35 complessivi, considerando le 7 “top5”: non solo Francia e Germania (che peraltro costituiscono il mercato maggiormente cresciuto rispettivamente per il Veneto, grazie alle commesse delle grandi firme del lusso d'Oltralpe, e per l’Emilia Romagna); ma anche Regno Unito (tra i best performer di ben 4 regioni) e Spagna, a cui si aggiungono due Paesi dell’Est (Polonia e Repubblica Ceca, pur se in posizioni di rincalzo e solo per Veneto e Puglia). Tra le destinazioni del Far East, Sud Corea e Hong Kong risultano le più dinamiche. La Cina, in grande crescita negli anni precedenti, con riferimento all’ultimo quadriennio figura nella top5 della sola Lombardia.

Grandi assenti i mercati dell’area Csi che prima della crisi esplosa nel 2014 erano invece in forte espansione (la Russia, dal 2010 al 2013 aveva registrato un +48% in valore).
Anche in virtù del recupero del 2017, le dinamiche dell’export continueranno comunque ad avere nel mercato russo uno dei principali attori: un riferimento importante e sempre sensibile al prodotto italiano, nonostante la crisi di questi anni.

Lo dimostrano i risultati dell’ultimo Micam, il Salone Internazionale della Calzatura organizzato a Fiera Milano da Assocalzaturifici, che ha visto una forte crescita dei visitatori provenienti dalla Russia (+22%), ritornando ad essere il primo paese estero, seguiti dall’Ucraina (+7%).

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