Economia

Cinesi in pressing su Cdp per Ansaldo

Shanghai Electric (socio al 40%) chiede a Cassa di cambiare il vertice e di lavorare in Iran

Cinesi in pressing su Cdp per Ansaldo

Ombre cinesi su Cdp: il gruppo Shanghai Electric ha formalmente avanzato alla Cassa Depositi e Prestiti la richiesta di sostituire il vertice di Ansaldo Energia, l'azienda genovese che produce turbine per la generazione di energia. Al centro della contesa c'è l'ad Filippo Abbà, coinvolto in un'inchiesta di corruzione internazionale relativa al suo precedente lavoro.

Ansaldo è stata ceduta alla Cdp (Fondo Strategico Italiano) nel 2013 da Finmeccanica, in seguito all'intervento del governo Letta per evitare che finisse ai tedeschi di Siemens; poi, a fine 2014, il 40% è andato ai cinesi di Shanghai Electric nell'ambito di una partnership strategica che, numeri di bilancio alla mano, si sta rivelando una delle operazioni più brillanti del dell'ex Fondo Strategico (ora Cdp Equity). Ma da qualche mese Ansaldo Energia è in stallo a causa dell'inchiesta che, in Usa e Inghilterra, riguarda una società britannica del gruppo Foster Wheeler e i suoi rapporti con l'azienda petrolifera Unaoil, accusata di aver versato tangenti a funzionari e ministri di diversi Paesi africani e asiatici per conto di multinazionali interessate agli appalti governativi. Il punto è che Abbà, nominato in Ansaldo nel gennaio scorso, proviene proprio da Foster Wheeler ed è quindi coinvolto.

L'inchiesta non riguarda dunque il gruppo ligure, tuttavia lo condiziona assai: Ansaldo Energia, che fattura oltre 1,3 miliardi con 4.400 dipendenti, vive di commesse e gare internazionali. E il coinvolgimento del suo numero uno in un'inchiesta giudiziaria di questa portata deve essere segnalato nei capitolati delle gare internazionali a cui Ansaldo partecipa. Comportando un danno reputazionale e riducendo di molto le probabilità di successo. L'unica alternativa è ancora peggiore: non partecipare a gare. Per questo il socio cinese, dopo aver aspettato invano un intervento di Cassa, ha deciso di aumentare il pressing e ha scritto una lettera a Cdp: in gioco c'è il suo investimento legato anche a un programma di quotazione in Borsa che, in queste condizioni, si allontana. Mentre l'inchiesta su Foster Wheeler potrebbe durare 12-18 mesi. Né fonti della Cdp, né di Ansaldo Energia hanno voluto commentare la situazione.

Ma perché Cdp non si muove? Lo stallo è probabilmente legato alle prossime elezioni, che coincidono anche con la scadenza dei vertici, il presidente Claudio Costamagna e l'ad Fabio Gallia: una situazione che avrebbe creato una paralisi decisionale. Nonostante in Cdp, secondo fonti finanziarie, sarebbe pronta una soluzione di «gruppo»: il numero uno dei Cdp Equity, Guido Rivolta, che già siede in cda.

Di fronte allo stallo potrebbe però muoversi direttamente il ministero dell'Economia. Interessato anche a un'altra questione cara ai cinesi: lo stop decretato da Cdp (tramite Sace, che assicura l'export italiano) al supporto su un mercato strategico per Ansaldo quale è l'Iran. Una decisione, presa forse per non indispettire i fondi Usa, di cui si è lamentato in un'intervista al Secolo XIX di qualche giorno fa lo stesso presidente di Ansaldo Energia, Giuseppe Zampini.

Così, per dribblare lo stop imposto a Sace, nelle pieghe della manovra 2018 è stata inserita la possibilità che a intervenire sull'export possa essere Invitalia: una controllata del Tesoro.

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