Confesercenti: "Canone unico, per imprese aumenti fino al 25%"

L'associazione di categoria delle imprese lancia l'allarme sulla nuova tassa unificata delle imposte locali minori, dal suolo pubblico alla pubblicità: "Può arrivare, come nel caso del canone pagato dagli ambulanti, anche al +25%"

Confesercenti: "Canone unico, per imprese aumenti fino al 25%"

Un aumento della pressione fiscale locale sulle piccole imprese, l'ennesimo degli ultimi anni, "fino al +25% per i venditori ambulanti" a causa del canone unico. A lanciare l'allarme è Confesercenti. In una nota, l'associazione di categoria che riunisce più di 350mila imprese italiane denuncia un ulteriore aggravio di tasse per i commercianti a causa della nuova tassa unificata delle imposte locali minori, dal suolo pubblico alla pubblicità. Una mazzata mascherata da semplificazione. "La norma - scrive Confesercenti - prevede che il gettito fiscale del nuovo Canone non possa essere inferiore alle imposte che sostituisce, ma non pone alcun limite agli aumenti. Che possono arrivare, come nel caso del canone pagato dalle imprese ambulanti, anche al +25%".

Il peso effettivo del nuovo canone deve ancora essere stabilito dai Comuni ma, ricorda Confesercenti, "tutti pagheranno 120 euro al metro quadrato all'anno, una cifra di molto superiore a quella pagata attualmente in buona parte dei casi. Il canone unico rischia dunque di configurarsi come un'ulteriore spinta alla pressione fiscale locale", già aumentata negli anni successivi alla crisi economica - periodo 2008-2013 - con gli enti locali che "hanno infatti utilizzato la loro autonomia per contrastare le riduzioni delle basi imponibili". Secondo l'associazione di categoria, che rappresenta le imprese italiane del commercio, del turismo e dei servizi, dell'artigianato e della piccola industria, tra il 2010 e il 2018 le imposte dirette locali "sono aumentate del 43,6%", più 7 miliardi di euro, "passando dal 7,2 al 9,4% delle imposte dirette totali".

Una pausa nell'aggressione del fisco si era registrata nel 2016, scrive ancora Confesercenti, "con il limite posto sull'agibilità delle imposte locali. Il blocco dei tributi è però terminato nel 2019, scatenando una nuova ondata di incrementi di imposta". Secondo la Corte dei Conti, solo nei primi 5 mesi di quest'anno sono stati 469 i comuni che hanno già deliberato un aumento dell'addizionale comunale, cui vanno aggiunti 3.173 enti che già applicano l'aliquota massima. Una "valanga di aumenti d'imposta" che le piccole imprese italiane chiedono di "fermare subito.

È necessario evitare di peggiorare la situazione: per questo chiediamo al governo di ripristinare il blocco dei tributi locali già attuato nel 2016, che ha dato un po' di respiro a famiglie ed imprese", conclude la nota.

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