Prima di tutto la lotta all'evasione fiscale, poi la tutela dei contribuenti. È questo il senso dell'articolo 1, comma 681 della legge numero 160 del 27 dicembre 2019 che ha inserito la lotta all'evasione e la prevenzione tra le misure prioritarie nonostante le limitazioni ai diritti dei cittadini.
Cosa prevede il Pnrr
La pandemia, però, ha bloccato formalmente quanto previsto dalla legge di fine 2019 in vigore poco prima della comparsa del Covid-19. L'esecutivo vuole recuperare il tempo perduto ed è per questo che, tra gli obiettivi del Pnrr del 2022, figurano alcune tutele nell'ambito dell'evasione fisale. Come riporta ItaliaOggi, per bloccare chi sgarra "andrebbe escluso l'esercizio del diritto degli interessati (contribuenti) di ottenere dal titolare del trattamento (Agenzia delle entrate e Gdf), la conferma o meno che nei loro confronti sia in corso un trattamento che li riguarda". In parole povere, il contribuente sottoposto a verifica non può esercitare il diritto di sapere che c'è in atto un procedimento se non, eventualmente, in seguito a comprovata evasione.
Cosa dice la relazione
La relazione del Ministero afferma che i contribuenti interessati non possono avere accesso ai dati e alle informazioni che li riguardano direttamente. "Tali diritti dovrebbero essere differiti fino al momento in cui l'interessato riceve l'invito alla regolarizzazione della propria posizione fiscale o il processo verbale di constatazione, ovvero fino alla ricezione di un provvedimento impositivo". Per tutelarsi, l'atto di indirizzo del Mef prevede che sui portali dell'Agenzia delle Entrate e della Guardia di finanza possa essere pubblica un' informativa generale con le limitazioni ai loro diritti.
I contribuenti, a questo punto, avrebbero in mano soltanto due carte: che i dati presenti sull'anagrafe tributaria "siano trattati in coerenza con le finalità per cui ognuno di essi è raccolto e quello di ottenere la rettifica dei dati personali inesatti". Come detto prima, i diritti non possono comunque essere esercitati direttamente dal contribuente ma soltanto dal Garante per la protezione dei dati personali, la figura alla quale si devono rivolgere i cittadini. Con la legge n.160/2019, Fisco e Guardia di finanza possono effettuare le analisi di rischio con le limitazioni dei diritti degli interessati soltanto se sono previste da “disposizioni di legge o di regolamento che regolano il settore..”.
Così, la relazione gioca d'anticipo con le modifiche alle normative "che dovranno essere apportate al fine di derogare alle disposizioni vigenti in tema di diritti e tutele dei contribuenti interessati".
All'orizzonte si intravede uno scenario in cui l'amministrazione finanziaria potrà impedire, di fatto, di tutelare la privacy. Queste limitazioni potranno durare a lungo nel tempo ed essere continuative se saranno giustificate da attività di analisi del rischio di evasione che non possono in alcun modo essere interrotte.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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