Fondazione Crt, le denunce che il Tesoro non può più ignorare

Fondazione Crt, le denunce che il Tesoro non può più ignorare
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Dopo le prime indiscrezioni su quanto stava bollendo al vertice della Fondazione Crt, domenica il Mef ha ritenuto di precisare che non intendeva esprimersi su discussioni interne al cda delle Fondazioni bancarie. Il Mef, si precisava, ha obblighi di vigilanza su aspetti ben precisi come il rispetto del bilancio, l'equilibrio finanziario e il rispetto degli statuti e dei regolamenti. E, oggettivamente, fino a quel momento la questione pareva davvero d'interesse esclusivo degli organi di governo dell'ente; peraltro, così dicendo il Mef rassicurava implicitamente che l'equilibrio finanziario non era minato. Di ciò gli va dato atto.

Ma quanto è accaduto nelle successive 48 ore, difficilmente può essere classificato come una «bega interna». Le gravi accuse mosse dal presidente Palenzona nella sua lettera d'addio, bastano e avanzano per avviare un'indagine da parte del Mef su quanto sta accadendo in uno dei più delicati crocevia finanziari del sistema, dove i membri del cda si distribuiscono reciprocamente cariche e prebende contro ogni criterio come se la Fondazione fosse cosa loro.

Davvero frasi come «non posso tollerare comportamenti opportunistici manifestamente contrari con la missione della Fondazione»; oppure, «taluni componenti di organi sociali hanno cercato di piegare a logiche spartitorie la gestione dell'ente»; o ancora, «mai mi sarei aspettato che si venissero a prefigurare patti occulti tali da creare una fondazione nella Fondazione violando quanto stabilito dallo statuto e dalla legge», non sono sufficienti a stimolare la curiosità dei segugi di Via XX Settembre? Che altro deve denunciare ancora il presidente Palenzona?

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