Economia

Dona: "Stop alle accise, ma niente panico per l'arrivo dei beni alimentari"

Massimiliano Dona, presidente dell'Unc, spiega che gli aumenti dei carburanti sono ingiustificati, ma rassicura i consumatori sull'aprrovvigionamento dei beni alimentari

Dona: "Stop alle accise, ma niente panico per l'arrivo dei beni alimentari"

"Abbiamo presentato un esposto sui rincari dei carburanti". Massimiliano Dona, presidente dell'Unione nazionale dei consumatori, è in prima fila contro gli aumenti "ingiustificati", determinati dalle fluttuazioni delle quotazioni internazionali. Aumenti che, secondo il presidente della prima associazione di difesa dei consumatori italiani, "non si possono ripercuotere sui cittadini il giorno dopo l'inizio della guerra".

Quali misure si possono adottare per frenare il 'caro benzina'?

"Vorremmo che il governo intervenisse sui rincari dei carburanti per aiutare non solo i camionisti- che hanno tutta la nostra solidarietà per gli aumenti dei prezzi -, ma anche i pescatori, gli automobilisti e i motociclisti. Siamo favorevoli alla riduzione delle accise. Anzi abbiamo chiesto 30 centesimi di riduzioni anziché complicati meccanismi di sterilizzazione. Così facendo si tornerebbe a valori normali, raffreddando l'inflazione anche perché la benzina, oltre ad avere un effetto diretto sulle tasche degli automobilisti, ha un effetto indiretto sui beni alimentari e, insieme a luce e gas, sta contribuendo a infiammare i prezzi generando conseguenze nefaste sul potere d'acquisto delle famiglie. Il governo deve, quindi, intervenire prontamente, anche con uno scostamento di bilancio".

Draghi ha rassicurato che non siamo in economia di guerra. Lei condivide?

"La situazione è drammatica perché un'inflazione al 5-7% significa una stangata per le famiglie insostenibile, a fronte di un aumento dello stipendio pari a zero. Non so però se si possa definire economia di guerra perché temo che la situazione possa peggiorare nel momento che si verificherà un eventuale blocco delle importazioni di gas e di petrolio dalla Russia e dall'Ucraina. A quel punto, sì, diventerà un'economia di guerra e dovremmo già prepararci al meglio. Al momento, invece, ci pare che le misure prese sia a livello europeo sia italiano siano adeguate alla bisogna".

In alcuni supermercati è già comparsa la scritta: 'Non comprate più di due bottiglie di olio di semi'. Ma è davvero così drammatica la situazione?

"No. Ecco, questi supermercati andrebbero denunciati subito perché questo contribuisce a creare panico nei consumatori e perché è illegale il razionamento delle merci considerato che bisogna seguire l'obbligo di richiesta di vendita del consumatore. È una pratica scorretta che va segnalata alla guardia di finanza perché. Se, poi, oltre al razionamento, applicano un aumento della merce per indurlo all'acquisto, allora ci si deve rivolgere all'Antitrust".

In Sardegna, invece, la notizia di un possibile sciopero degli autotrasportatori ha portato i cittadini a svuotare gli scaffali dei supermercati. Ormai siamo in piena psicosi?

"Vogliamo rassicurare i consumatori che, per il momento, non ci sono problemi di approvviggionamento e non si devono fidare di ciò che gira sui social. Non si devono far cogliere dal panico, ma si devono rivolgere alle associazioni di consumatori serie perché, per il momento, non ce n'è motivo. Premesso gli autotrasportatori devono essere aiutati per affrontare il rincaro dei prezzi di benzina e gasolio che grava su di loro – e, alla fine, a catena ricade anche su noi semplici consumatori -, qualora ci dovessero essere degli scioperi illegittimi li denunceremo subito al garante degli scioperi ed eventualmete chiederemo anche l'intervento dei prefetti. In questo momento serve senso di responsabilità altrimenti la situazione rischia di sfuggire di mano".

Cosa può fare il governo contro l'aumento dei prezzi di luce, gas e beni alimentari?

"Per quanto riguarda gli alimentari si deve intervenire proprio su luce, gas, benzina e gasolio (che il governo sta trascurando). Solo così, come dice anche l'Istat, si può frenare l'inflazione. Il dato dell'inflazione è sottostimato dall'Istat perché si considera il rincaro dei beni energetici sul totale del paniere, ma non considerano gli effetti indiretti di luce e gas. L'inflazione così arriva al 5-7%, ma senza i rincari diretti di luce e gas e benzina sarebbe solo al 2,1%. I rincari di pasta, di olio di semi o girasoli, dipendono dai rincari dei costi energetici. Intervenire dando molti più soldi alle imprese e alle famiglie e intervenendo sulla benzina si potrà calmierare l'inflazione. Un conto è denunciare gli aumenti che già si sono verificati, un altro è fare annunci allarmistici su aumenti che ancora non si sono verificati perché questo aumenta una spirale inflazionistica che va a danno dei consumatori".

E il consumatore cosa può fare per risparmiare?

"Può andare dai benzinai meno cari, verificando dal sito del ministero quali sono quelli che praticano i prezzi più bassi. Può ridurre il consumo di gas, abbassando di un grado i termosifoni si risparmia dal 5 al 10%, a seconda della classe energetica dell'edificio. Bisogna rinviare l'acquisto di beni non necessari, aspettando che i prezzi calino così da contrastare le speculazioni.

Dobbiamo approfittare delle offerte e fare scorta di alcuni articoli, ma senza fare incetta di beni".

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