L'Eurozona "non è ancora fuori dalla crisi". L'allarme, mitigato dalla valutazione che una prima ripresa potrebbe arrivare "nella seconda metà del 2013", viene lanciato dal presidente della Bce, Mario Draghi, intervistato in Francia dalla radio Europe 1.
Il banchiere spinge perché Italia e Francia provino a "rendere meno rigido" il mercato del lavoro e sottolinea che i governi dell'Eurozona dovranno spingere per l'implementazione dell'unione bancaria e per una supervisione dell'istituto centrale applicata "a tutte le banche". La visione europea suggerita dalla Bce non è tanto quella di "una Europa liberale, ma una Europa liberale con solidarietà".
Una Comunità fatta di Stati sovrani è "fragile", ha spiegato Draghi, sottolineando che "dobbiamo imparare a condividere la sovranità", in una realtà dove le disparità a livello macroeconomico possono "diventare una seria minaccia alla stabilità dell’eurozona". Alcuni Paesi dell'Unione "hanno vissuto in un mondo di favola, sottostimando gli squilibri". "Il deficit e il debito che in alcuni Paesi sono stati ritenuti sostenibili per anni per poi rivelarsi insostenibili".
La Bce - ha detto il presidente - "farà tutto il necessario per preservare l'euro". E "se necessario" è pronta a intervenire con uno scudo antispread.
Il tema della moneta unica è stato affrontato anche dal ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble, che al Bundestag ha fatto presente che "gli effetti di un default della Grecia potrebbero comportare un processo che potrebbe portare al crollo dell'euro".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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