«Enel avanti anche senza Telecom»

Londra Enel prende tempo sulla banda larga, ma non risparmia una frecciata a Telecom: «Con o senza di loro il progetto si farà», taglia corto l'ad Francesco Starace rispondendo alle domande della stampa a Londra nel corso dell'aggiornamento del piano industriale al 2019. Business plan che però, un po' a sorpresa, non contiene dettagli sul progetto con cui la società elettrica si prepara a portare Internet veloce nelle case degli italiani sfruttando i collegamenti e le centraline elettriche. Da mesi sul tavolo del gruppo, il coinvolgimento di Enel è considerato strategico dal governo che punta ad ammodernare il Paese portando i 100 megabit all'85% della popolazione e i 30 a tutti entro il 2020. Non a caso il tema ha assunto ieri una valenza non solo industriale, ma anche evidentemente politica. «Abbiamo tutto pronto - spiega l'ad - ma vogliamo prima confrontarci con gli operatori tlc interessati a partecipare alla nostra spa per condividere a pieno tutti gli aspetti». E il rinvio a data da destinarsi è di almeno 2-3 mesi. Il che, almeno in chiave Enel, sarebbe addebitabile alle resistenze di Telecom. Non per altro, Starace rivela che la società di tlc è stata coinvolta fin da subito «come primo interlocutore», salvo far poi far intendere che non si è trovato un punto di incontro. «Sarebbe fantastico se ci stessero dal momento che è l'operatore dominante, ma potremmo sopravvivere molto bene anche senza», perché «abbiamo evidenza che c'è un grande business case». Quindi «sarebbe difficile per Telecom non utilizzare questa rete e decidere di realizzarne una più costosa». Come a dire che la società di tlc non avrebbe modo di sostenere il braccio di ferro. Anche perché, per Starace, Enel «offre un vantaggio del 30-50% se raffrontato» ai costi degli operatori telefonici tradizionali. «Dopo sei mesi di studi dettagliati abbiamo constatato che non c'è limitazione in termini di copertura territoriale e manterremo aperta la connettività a chi vorrà utilizzarla». In primis Vodafone e Wind che si sono già schierate al fianco di Enel. Un progetto legato a doppio filo con l'installazione dei contatori di nuova generazione (punto focale del piano di transizione energetica) che saranno 32 milioni. Con i nuovi core business (green e banda larga), Enel ha poi annunciato che continuerà nel piano di razionalizzazione che prevede risparmi per 1,8 miliardi e una crescita delle dismissioni da 5 a 6 miliardi. Inoltre, «la forza lavoro sarà ridotta del 14%: ci saranno 9.200 pensionati, di cui 6mila in Italia, ma anche 4.500 assunzioni, 2mila in Italia». Numeri alla mano, i target sull'ebitda 2016 sono stati rivisti in leggero calo: l'attesa è per 14,7 miliardi nel 2016 e 15,5 miliardi nel 2017 (in precedenza erano 15 e 15,6 miliardi). L'utile netto ordinario crescerà in media del 10% annuo con un target di 3 miliardi per il 2015, 3,1 nel 2016 e 3,4 nel '17. Confermato il dividendo: 0,16 euro per azione nel 2015 e 0,18 nel 2016.

Il payout dovrebbe salire dal 50% nel 2015, al 55% nel 2016 e raggiungere il 60% nel 2017.Il mercato però è rimasto deluso dai target e ha punito il titolo che ha chiuso con un calo del 3%. Ancora peggio Egp, a -3,5 per cento.

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