Etruria, Boschi e rischio Troika Quello che Renzi non spiega

Sette domande per Renzi e il suo governo. Hanno fatto veramente di tutto per tutelare i risparmiatori?

Etruria, Boschi e rischio Troika Quello che Renzi non spiega

Ogni volta che sulle banche il governo cerca di uscire dalle sabbie mobili affonda di qualche metro. Il premier Matteo Renzi tuona contro la Germania, subito dopo viene fuori che le banche tedesche sono state salvate legittimamente. Dà la colpa all’Unione europea e si scopre che la Commissione aveva concesso all’Italia qualche spiraglio per salvare le banche senza mandare al massacro i risparmiatori. Dice che non si può fare altro per chi ha acquistato i titoli tossici e spuntano soluzioni che potrebbero ridurre le perdite per chi si è ritrovato con obbligazioni subordinate di Banca Etruria, Banca Marche, Cari Chieti e Cari Ferrara. Sarebbe meglio, anche per il governo, fare chiarezza sia sul passato, sia sul futuro.

PERCHÉ NON SI È CHIARITO CHE LE POPOLARI RIFORMATE NON ERANO AL SICURO DA CRAC? La riforma delle banche popolari era già in vigore prima del dissesto dei quattro istituti. Nessuno ha avvertito i risparmiatori che la legge non sarebbe stata sufficiente a mettere al riparo le banche e che i loro titoli non erano sicuri. Un governo come quello Renzi, attentissimo alla comunicazione, non ha informato gli italiani dei rischi dei bail in. Ha aspettato che li sperimentassero sulla loro pelle. PERCHÉ

CREARE NUOVI LEGAMI TRA POLITICA E BANCHE? Il padre del ministro Maria Elena Boschi è diventato vicepresidente di Banca Etruria due mesi dopo l’insediamento del governo. La banca era già in crisi ed era in arrivo la riforma delle popolari. Il premier non si è posto il problema del conflitto di interessi? È vero che si è pensato a salvaguardare il patrimonio dei manager più che i risparmi dei clienti delle banche?

È STATO FATTO VERAMENTE IL POSSIBILE CON IL SALVA BANCHE? Il decreto che ha azzerato azioni e obbligazioni subordinate dei quattro istituti di credito è stato presentato come il male minore. Più passa il tempo meno questa affermazione dell’esecutivo sembra vera. La lettera della Commissione europea resa nota la settimana scorsa lascia aperta la porta a salvataggi, purché senza aiuti di Stato. Perché è stata esclusa l’idea di un utilizzo del fondo interbancario? Una trattativa serrata con Bruxelles oppure un atto di forza avrebbero potuto evitare un bagno di sangue ai danni di migliaia di italiani.

A CHI VANNO I CREDITI MARCI? È stata decisa la svalutazione dei crediti incagliati al 17,6%. Questo significa che chi se li aggiudicherà farà un affare. Perché non concederli, come è stato fatto in altre esperienze tipo il Portogallo, agli obbligazionisti che così avrebbero la speranza di recuperare qualcosa, oltre a quello che potrebbe entrare con gli arbitrati?

PERCHÉ SALVARE LE BANCHE E NON I RISPARMIATORI? Il governo che con la legge di Stabilità ha sfidato la Commissione europea mettendo a bilancio misure finanziate in deficit, non ha mostrato lo stesso coraggio sulle banche. Forse la ragione è proprio la posizione di debolezza nella quale si è ritrovato l’esecutivo a causa di una Legge di stabilità troppo generosa?

CHI HA CONDOTTO LA TRATTATIVA CON BRUXELLES? La cura imposta alle quattro banche (o meglio ai piccoli azionisti) fa pensare che i diktat dell’Europa siano stati semplicemente recepiti. La trattativa tra il governo e la Direzione concorrenza della Commissione Europea è stata condotta a livello politico - quindi dando peso alla posizione e agli interessi nazionali dell’Italia, oppure esclusivamente tecnico? Domanda che porta a una questione più generale. Perché l’Italia in questi mesi di governo Renzi pesa così poco in Europa?

QUAL È LA LINEA DEL GOVERNO SULL’IPOTESI TROIKA? La crisi delle banche italiane potrebbe non finire con i quattro istituti.

Se dovessero emergere altre crisi e si delineasse un rischio sistemico per l’Italia e l’Europa, il governo escluderebbe un salvataggio europeo, a condizione di accettare un piano di aiuti dell’Esm (European stability mechanism), simile a quello messo in campo per la Spagna nel 2012? Detta in altri termini, sarebbe disposto ad accettare la Troika per salvare risparmiatori e correntisti?

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica