Economia

Scontrino elettronico, un flop che mette a rischio i conti del governo

I ritardi nella diffusione dello scontrino elettronico mettono a rischio 1,2 miliardi di euro di Iva già messi a bilancio dal governo

Scontrino elettronico, un flop che mette a rischio i conti del governo

Brutte notizie per il governo. Questa volta non per litigi all’interno della maggioranza giallorossa ma per l’uso dello scontrino elettronico che fatica a diffondersi tra i commercianti. Se le cose non cambieranno, e alla svelta, ciò potrebbe creare un grosso buco di bilancio per l’Erario. L’esecutivo, infatti, aveva preventivato di ricavare 1,2 miliardi di euro, tesoretto già messo a bilancio, dall’obbligo dello scontrino elettronico per tutti gli esercizi commerciali.

Uno strumento, questo, ideato per contrastare l’evasione dell’Iva. Ma le cose, almeno pèr il momento, sembra che stiano andando in un’altra direzione. I motivi sono diversi. La moratoria delle sanzioni per sei mesi, ritardi da parte dei rivenditori dei lettori di cassa e dei software e, non meno importante, le difficoltà ad adeguarsi di chi ha un’attività commerciale.

L’obbligo è scattato con all’arrivo del nuovo anno. I commercianti si sarebbero dovuti dotare di un lettore di cassa telematico, simile a quello già in uso nelle farmacie, o di un software specifico. Questi due strumenti inviano a fine giornata tutti i file di quanto fatturato direttamente all'Agenzia delle entrate. Il cliente riceverà sempre una copia cartacea dello scontrino: quest’ultima, però, non avrà più valore fiscale.

Non tutti i commercianti si sono adeguati. Secondo un'inchiesta del Messaggero, su 1,6 milioni di registratori di cassa solo 500.000 sarebbero già conformi alle nuove leggi. I problemi legati allo scontrino elettronico, però, sono datati. La scorsa estate non pochi produttori hanno avuto enormi disagi nella produzione dei nuovi lettori di cassa e dei programmi, soprattutto per quanto riguardava la parte della lotteria degli scontrini.

E così diverse grandi catene, per le quali l’obbligo era già scattato proprio in estate, non potevano usufruire dei dispositivi. Con il tempo la situazione si è lentamente e parzialmente stabilizzata. Ma non tutti gli ostacoli sono stati superati.

Si ipotizza che i commercianti non si sono adeguati per tempo alla legge in quanto hanno confidato sulla moratoria alle sanzioni di sei mesi. Il ritardo probabilmente influirà pesantemente sul raggiungimento dell’obiettivo di 1,2 miliardi, cifra troppo ottimistica prevista dal governo. Lo scontrino elettronico, come la fattura elettronica, sono strumenti messi in campo per combattere l'evasione fiscale dell'Iva che, secondo dati pubblicati dalla Commissione Ue si aggira intorno ai 33,5 miliardi di euro.

Se l’esecutivo sperava di recuperare così una parte dei soldi, allora le cose potrebbero essere più fosche del previsto. Con la efattura non ci sarebbero stati segnali particolarmente incoraggianti nella lotta all’evasione.

I dati definitivi scorporati sull'incasso dell'Iva dell'anno scorso non sono ancora stati pubblicati del ministero dell'Economia. Ma secondo alcune stime preliminari difficilmente si arriverà ai 2 miliardi di extra gettito previsti entro fine 2019. Quel che è certo è che anche con lo scontrino fiscale sarà impossibile estirpare il fenomeno dell’evasione.

Almeno si spera di raggiungere, po quanto meno avvicinarsi il più possibile, ai 1,2 miliardi previsti così da non creare un buco nei conti dello Stato.

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