«Se Sergio dovesse chiamare, tutta la famiglia è pronta a rispondere». Un esponente di casa Agnelli non ha alcun problema a chiarire la posizione del gruppo nel caso, a fusione Fiat-Chrysler avvenuta, l'amministratore delegato del Lingotto si rivolgesse agli azionisti per rafforzare il capitale della società. L'argomento dell'aumento di capitale, in questo momento, non è all'ordine del giorno. E Marchionne lo ha ribadito in più occasioni.
All'assemblea degli azionisti Fiat di aprile, comunque, il top manager aveva rimandato l'analisi del problema al medio e lungo termine, non escludendo la possibilità di valutare l'ipotesi di aumento, a fusione Fiat-Chrysler definita, allo scopo di finanziare lo sviluppo dela nuova realtà. La dismissione di asset (Magneti Marelli e la quota del 3% di Fiat Industrial derivante dalle azioni proprie del gruppo Fiat pre spin-off) è l'altra ipotesi sulla quale Marchionne si era espresso durante l'ultima assise.
Dunque, anche se l'aumento di capitale resta sempre nel campo delle ipotesi di medio e lungo termine, Marchionne sa fin da ora che la famiglia Agnelli non si tirerebbe indietro.
Questa mattina, intanto, al Fiat Industrial Village di Torino, è in programma l'assemblea annuale di Exor, la holding d'investimenti che controlla Fiat-Chrysler e Fiat Industrial.
Al centro dei lavori e delle domande rivolte dagli azionisti al presidente di Exor, John Elkann, ci saranno sicuramente il progetto di fusione Fiat-Chryser e l'andamanto del braccio di ferro con il fondo Veba, titolare del 41,5% del gruppo Usa. È comunque da tener presente che le nozze italo-americane non avranno effetti diluitivi sulla holding Exor, che detiene il 30,05% di Fiat-Chrysler, se prima il Lingotto riesce a far proprio, come sta cercando di fare, il 100% del gruppo automobilistico di Auburn Hills.
A Piazza Affari, intanto, dopo un lungo rally, il titolo Fiat ieri ha segnato il passo, cedendo l'1,96% (male anche Fiat Industrial: -2,58%, mentre la controllante Exor ha perso l'1,08%). Tutte prese di beneficio, in attesa che dall'appuntamento di oggi possano esserci delle indicazioni su tempi e modi dell'affondo finale di Fiat su Chrysler.
Domani, infine, Marchionne vedrà a Roma il ministro allo Sviluppo economico,
Flavio Zanonato. «Vogliamo che Fiat rimanga in Italia - ha anticipato il ministro -; a Marchionne chiederò: dimmi cosa possiamo fare per mantenere Fiat con suoi impianti in Italia e dimmi cosa vuoi fare tu per il tuo Paese».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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