Fiat, proteste in Serbia «Il salario è troppo basso»

Fiat, proteste in Serbia «Il salario è troppo basso»

Per il Lingotto un bond (si parla di 400 milioni di franchi svizzeri, cedola fissa del 5,25%, scadenza a novembre 2016) emesso da Fiat Finance and Trade (operazione seguita da Rbs e Ubs) e una giornata più «tranquilla» in Borsa (-0,68%) dopo il crollo del titolo di mercoledì sull'onda dei report di Goldman e Deutsche. Dalla Serbia, intanto, dove Fiat ha avviato la produzione della 500L, emergono malumori tra gli operai: reclamano più soldi (percepiscono 300 euro mensili) e si lamentano degli orari temporanei concordati per 6 mesi (10 ore al giorno). In vista della scadenza di questa fase sperimentale i sindacati chiedono la reintroduzione dei turni di 8 ore dal 2013. Sarebbe stato concordato, in proposito, un aumento del 25% del salario di novembre a seguito degli straordinari sostenuti dagli operai nella fase di lancio della produzione della 500L, i cui ordini hanno raggiunto le 10mila unità. Oggi è previsto un altro incontro tra le parti. Sempre in tema sindacale è da registrare la firma, ieri, dell'intesa per un altro anno di cassa integrazione a Grugliasco, il nuovo polo torinese di Maserati. Il provvedimento interesserà 650 lavoratori per i quali è previsto il rientro in fabbrica entro il 2013.
A Bruxelles, intanto, il vicepresidente della Commissione Ue, Antonio Tajani, ha presentato il piano per rilanciare il mercato dell'auto e gestire la pesante crisi. Secondo Tajani «l'industria automobilistica ha tutte le carte per superare i problemi attuali, rimanere competitiva e diventare ancora più sostenibile. Ciò che conta di più è che questa industria dovrebbe dare un forte impulso al mantenimento di una salda base industriale in Europa».
Elementi chiave del piano per l'auto sono i finanziamenti previsti per stimolare gli investimenti in ricerca e innovazione tecnologica (Tajani intende aumentarli da 1 a 2 miliardi a valere sul prossimo bilancio 2014-2020), con un'attenzione particolare all'auto «verde», misure per ridurre le emissioni di CO2, ma anche interventi immediati al processo di ristrutturazione che sta portando alla chiusura di diversi impianti in Europa. «La risposta ai problemi sollevati da Marchionne come presidente di Acea (la lobby europea dei costruttori, ndr) - ha commentato Tajani - è di tipo politico e strategico, per questo siamo impegnati a coordinare il lavoro con le case automobilistiche, i sindacati e i governi».

Sulla questione sollevata da Marchionne, ovvero della concorrenza sleale della Corea, «gli accordi commerciali - ha spiegato Tajani - dovranno essere preceduti da un'esauriente valutazione d'impatto, per analizzare se le ricadute siano veramente positive per la competitività della nostra industria. E un'intesa sarà siglata solo se potrà assicurare vantaggi reali».

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