Quaranta euro lordi di aumento mensile, con decorrenza febbraio 2013, e 120 da aprile come premio di produttività, legato quindi al contributo del singolo dipendente ai risultati del gruppo. In parole povere, questo bonus viene erogato solo a chi è effettivamente presente sulla linea di montaggio.
Ecco, dunque, le cifre sulle quali, ieri all'Unione industriale di Torino, Fiat e sindacati hanno trovato l'accordo per il rinnovo del contrato aziendale.
L'intesa, che riguarda circa 86mila persone, è arrivata dopo mesi di trattative. A firmare, con il Lingotto, sono state le sigle Uil-Uilm, Cisl-Fim, Fismic, Ugl e Associazione capi e quadri di Fiat. I leader di queste organizzazioni, insieme ai segretari generali dei sindacati di riferimento, hanno tutti espresso parere positivo sull'accordo raggiunto. «Sofferto, ma giunto in tempo utile, nonostante la fase di recessione economica e dicrisi del settore auto - il commento di Eros Panicali, segretario nazionale Uilm -; un altro tassello della contrattazione è andato a posto e più di 80mila addetti del gruppo possono contare sulla certezza di un contratto nazionale di primo livello, dopo quello rinnovato con Federmeccanica lo scorso dicembre e relativo a più di un milione e mezzo di lavoratori». Tra l'altro 40 euro per l'anno in corso e i 120 del premio di produzione incideranno sul Tfr; abbiano inoltre ottenuto la certezza di concordare i contenuti salariali relativi al biennio 2014-2015 nei prossimi mesi».
I sindacati fannno inoltre notare come il contratto Fiat preveda un incremento maggiore di quello di Federmeccanica sia a livello mensile (40 contro 35 euro), sia nel totale annuo (480 contro 455 euro).
Ad andare contri corrente è il solito Maurizio Landini, capo della Fiom-Cgil, al quale non sta bene neppure il ritocco verso l'alto delle buste paga dei metalmeccanici Fiat. «Ai lavoratori in cassa integrazione non viene dato nessun aumento - avverte Landini -; e in un'azienda dove nel 2012 sono stati fatti 52 milioni di ore di cassa integrazione questo vuol dire non tutelare, in realtà, il reddito, ma abbassarlo». Rincara la dose il segretario Fiom torinese, Federico Bellono: «Il premio di 120 euro parte solo da aprile, ed è variabile in base all'effettiva presenza, a differenza dei 103 euro precedenti che erano fissi e calcolati per 13 mensilità, e nulla è previsto per coloro, e a Torino sono davvero tanti, che si trovano in cassa integrazione, mentre un anno fa c'era un'una tantum di 600 euro per tutti». Fin qui i pro e contro relativi alla firma del contratto aziendale.
Ma il Lingotto, ieri, è balzato agli onori della cronaca anche per un'altra ragione: il boom del titolo del gruppo automobilistico a Piazza Affari, dove ha chiuso con un +5,53% a 4,42 euro e una fiammata oltre il 10% nel primo pomeriggio.
L'exploit è da ricercare, più che nella firma del contratto aziendale con i sindacati, nella volontà degli investitori a ricoprirsi, mentre gli analisti di Exane Bnp Paribas stanno valutando l'inserimento del titolo Fiat nella lista delle azioni catch-up, ossia da cogliere al volo.
«Ci sono investitori - spiega un analista al Giornale - che hanno puntato contro Fiat e che ora temono, in caso di notizie positive dagli Usa sul fronte Chrysler, di fare un bagno di sangue. Da qui gli acquisti».
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