La settimana che si apre domani segnerà la fine della breve tregua coincisa con le festività di fine e inizio d'anno tra Fiom e Fiat. Diversi gli appuntamenti caldi all'ordine del giorno e che Sergio Marchionne seguirà, però, dal suo quartier generale negli Stati Uniti. Il clou, comunque, è fissato il 15 gennaio, quando il giudice di Roma si pronuncerà in merito al ricorso del sindacato guidato da Maurizio Landini contro la procedura di mobilità per i 19 operai di Pomigliano, gli stessi che dovranno lasciare il posto ai colleghi della Fiom «riassunti» dal tribunale. La ripresa del duello Fiom-Fiat avrà però un grande assente: Giorgio Airaudo, il segretario nazionale del sindacato «rosso» con delega all'auto, nonché braccio destro di Landini, non sarà della partita.
Ad attenderlo, infatti, se non ci saranno sorprese, c'è un seggio a Montecitorio. Airaudo è candidato a Torino con Sel e proprio domani potrebbe essere ufficializzato il nome del suo successore. A ironizzare sullo sbarco del sindacalista tra le fila del partito di Nichi Vendola sono i «colleghi» di Uilm e Fim che hanno preso le distanze dalla Fiom, decidendo di sostenere il progetto di rilancio di Fiat in Italia. «Alla fine - commenta Rocco Palombella, segretario generale Uilm - Airaudo si è smascherato ed è emerso per intero l'interesse politico della Fiom, con il suo responsabile auto candidato nella fascia dei garantiti». E Ferdinando Uliano, segretario nazionale e responsabile auto della Fim: «Il fatto che Airaudo da mesi andasse in giro per presentare il suo libro (La solitudine dei lavoratori, ndr) faceva presagire l'imminente impegno politico». E così è stato, con tanti ringraziamenti, in caso di elezione, alle tute blu che percepiscono poco più di 1.000 euro al mese. Fim, Uilm, Fismic e Ugl, intanto, continuano a premere affinché il Lingotto riveda la linea di fermezza su Pomigliano a proposito del travaso di operai, senza attendere che a decidere sia il tribunale. «Fiat deve evitare questa sorta di ritorsione - commenta il leader della Uilm -; quindi, rispetti gli accordi ed entro luglio riassuma tutti i lavoratori di Pomigliano. La Fiom? Un errore continuare a ricorrere alle carte bollate e mettere in discussione la libertà d'impresa. Lo ha fatto anche nei confronti nostri e degli altri sindacati, nonché di Federmeccanica, contestando l'accordo sul contratto dei metalmeccanici sottoscritto il 5 dicembre in quanto la Fiom è stato esclusa. Un ricorso paradossale, visto che Landini non ha condiviso quell'accordo». Qualche tensione, però, potrebbe esserci tra Fiat e i sindacati che sostengono il suo progetto Italia, in vista del tavolo sul contratto auto convocato per l'11 gennaio. La trattativa deve sciogliere il nodo dell'aumento di 130 euro, spalmato su tre anni, chiesto dai sindacati. In gioco, poi, ci sono le conferme dei premi di produttività (600 euro) e qualità (500 euro).
I vertici di Uilm e Fim, infine, si dicono fiduciosi che, sempre entro gennaio, Marchionne tolga il velo al piano di investimenti per Mirafiori.
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